farisei

sciacallo

E’ molto amara questa poesia della Szymborska.

E’ il mio commento, forse troppo stravagante e poco “animalista” al tema dell’ultimo gruppo d’ascolto: Puro e impuro” pubblicato il 27/11.

E’ una metafora dell‘ipocrisia cui abbiamo fatto riferimento parlando di rispetto pedissequo delle norme lontano dall’affidamento totale a Cristo.

Gli animali siano riabilitati: sotto la lente della poetessa sono gli umani, capaci, a volte di essere più “veri” degli originali.
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Il gossip

gossips

 

Al bar a volte qualche pettegolezzo scappa: ci mancherebbe, niente di pesante. Ma siamo umani.

 

Scorrete una ad una queste gustosissime coppie ritratte. Sono una serie di “storie”.

 

Intanto probabilmente la maliziosa confidenza iniziale si sarà ingrossata, deformata, trasformata… Insomma: chiacchiere da bar! Sorridiamoci su.

Omelia della Terza Domenica d’Avvento: Profezie Adempiute

paralitico_alla_piscina_di_BetesdaInizierei solo citando le parole di Isaia: meriterebbero più attenzione. Forse una predica intera:

Alzate al cielo i vostri occhi e guardate la terra di sotto;

la mia salvezza durerà per sempre, la mia giustizia non verrà distrutta.

Entriamo così  nel vangelo di questa terza domenica di Avvento.

Un brano che chiede una collocazione. Andiamo all’inizio del capitolo.

Siamo a Gerusalemme. Un sabato mattina.

Siamo vicini a una piscina chiamata in ebraico Betzatà,

e lì attorno una folla di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.

Tutti in attesa di fare il bagno nell’acqua miracolosa. Continua a leggere

Grazie mille

imagesR98RZJWVCi siamo scambiati tanti “grazie!” tra noi e con chi ha contribuito ad avviare il Betania’s, soprattutto in questi ultimi giorni.

Sì perché, inaspettatamente, questo bar sta rendendo veri gli auspici pubblicati da Gabriele nel suo post di apertura del 4 novembre: insieme, in allegria con Gesù. Grazie Gesù!

Vorrei qui trascrivere un aforisma riguardo la gratitudine.

“Chi esprime gratitudine è veramente felice. Una vita piena di gratitudine è luminosa e felice, sia dinanzi alle altre persone, sia quando ci offrono un passaggio in auto o quando si è a casa con la propria famiglia. Continua a leggere

Don Camillo

camillo-u-peppone16Quando, da bambino, ho cominciato a leggere e ad appassionarmi a “Don Camillo” (pubblicato nel 1948), i due protagonisti già avevano una fisionomia definita: quella di Fernandel e Gino Cervi.

Quei volti mi hanno accompagnato negli altri racconti (Don Camillo e il suo gregge – 1953 – , Il compagno Don Camillo – 1963-), per diventare poi i grandi assenti con la lettura del “Don Camillo e i giovani d’oggi”, pubblicato postumo nel 1969.

Ebbene si…..quelle due figure sono state il filo conduttore che hanno resa più viva la mia fantasia, sin da quel primo raccontino (“peccato confessato”) pubblicato, nell’antivigilia del natale 1946, sul “Candido”, un celebre settimanale umoristico dell’epoca, curato fra gli altri proprio da Guareschi. Continua a leggere

Politica, brutta bestia? (3; ovvero, sentinelle di speranza)

Dal libro del profevotantoniota Isaia (21,11-12)

 11Qualcuno chiama da Seir: “Sentinella, quando finisce la notte? Dimmi, quanto manca all’alba?”.
12La sentinella risponde: “Arriva l’alba, ma presto anche la notte. Se volete fare altre domande, tornate di nuovo”

Milano, 18 maggio 1994: è l’ottavo anniversario della morte di Giuseppe Lazzati. Giuseppe Dossetti prende spunto dai versetti di Isaia per commemorare l’amico fraterno. Vede così la luce quello che, a detta di molti, resterà il suo discorso più conosciuto: “Sentinella, quanto resta della notte?”. Continua a leggere

Gruppo d’ascolto: puro e impuro (Mc 7, 1-23)

mani-sporcheEcco qui la Parola che masticheremo domani nei gruppi d’ascolto.

Buona digestione! (sono benvenuti i commenti sul piatto)

Allora si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame – quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”. Continua a leggere

C’è il gruppo affiatato!

madrigalisti3E’ una delle tante serate al Betania’s bar e la compagnia sta cantando, quando entra un forestiero. Ha bisogno di un’informazione, la chiede al barista, si ferma per bere un caffè…. ed ascolta. Alla fine commenta “bravi ! ma siete un coro?”

E subito risponde l’ “esperto della canzone” del Betania’s bar: “un coro noi? esagerato…. ma no, siamo un gruppo di amici, anzi, guardi, lo diceva bene Gaber chi siamo quando cantava: “c’è il gruppo affiatato che intona stonato “mi sun’t alpin” nel Trani a gogo” . Grazie per il complimento, ma un coro è un’altra cosa….non è solo cantare assieme. Serve passione, impegno, costanza, spirito di gruppo. Anzi, guardi, Gaber aveva proprio cantato un’immagine calzante, citando un gruppo affiatato ed un canto alpino, perché il canto alpino è un canto corale; il canto alpino è legato all’immagine di un coro, dove tutti cantano assieme e dove ognuno contribuisce, con le proprie esperienze, alla formazione dello spirito di gruppo: non per niente quello degli alpini è famoso come spirito di corpo. Continua a leggere