Educare senza insegnare?

jukebox-animatedGiorgio Gaber. Quello antico di “Barbera e champagne”,  “Come è bella la città”; quello più impegnato, a modo suo, di “Cos’è la destra, cos’è la sinistra?”

Questo, di Non insegnate ai bambini, è poco conosciuto.

…insegnate soltanto la magia della vita.

…raccontategli il sogno di un’antica speranza.

Non insegnate ai bambini/ ma coltivate voi stessi il cuore e la mente/ stategli sempre vicini/ date fiducia all’amore il resto è niente.

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Il cammello

“Seduto in quel caffe’ seduto in quel caffè
io non pensavo a te….
Guardavo il mondo che
girava intorno a me…
Poi d’improvviso lei
sorrise
e ancora prima di capire
mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se
non ci fosse che lei.                      Non è mia intenzione fare apologia di un tradimento.
Vedevo solo lei                              Qui un tradimento vero e proprio forse non c’è stato…
e non pensavo a te…                    Il “nostro” potrebbe essersi “salvato” in zona Cesarini.
E tutta la citta’                              Ma perchè un titolo come questo: “Il cammello”?
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La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano (M.L.King)

Natale“…Gesù salvi i troppi fanciulli vittime di violenza, fatti oggetto di mercimonio e della tratta delle persone, oppure costretti a diventare soldati; bambini, tanti bambini abusati. Dia conforto alle famiglie dei bambini uccisi in Pakistan la settimana scorsa. Sia vicino a quanti soffrono per le malattie, in particolare alle vittime dell’epidemia di Ebola, soprattutto in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea. Mentre di cuore ringrazio quanti si stanno adoperando coraggiosamente per assistere i malati ed i loro familiari, rinnovo un pressante invito ad assicurare l’assistenza e le terapie necessarie. Continua a leggere

Buon Natale in Gesù Cristo Signore!

Nativita-quadriCarissimi amici di questo strampalato bar,

a voi gli auguri più cari di un buono e Santo Natale in Gesù Cristo Signore.

Quanto mi commuove questo Dio. Che viene, nonostante tutto.

Che piega il cielo e scende, e si fa nullità. Bambino come tanti, inutile fardello. Un Dio che frigna. Un Dio che va cambiato perchè si fa tutto addosso. Un Dio che va accudito. Un Dio talmente onnipotente da farsi incapace di sopravvivere da solo.

Ecco, è questo il Dio che viene. Un Dio che brama questo corpo e questa vita che io disprezzo.

Questo è  il Dio che viene. Un’inezia che interroga l’uomo da duemila anni.

Quanto pelo sullo stomaco ci vuole a credere a un Dio così? E io, ce l’ho?

Gabriele