La pagina del Siracide parla della Sapienza di Dio
parla della sua Parola che fa da collante tra la terra e il cielo.
Una Parola che rivela il movimento agile di Dio
un desiderio che corre veloce:
Ho percorsa da sola il giro del cielo,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
sulle onde del mare e su tutta la terra
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
Fra tutti questi ho cercato un luogo di riposo,
qualcuno nel cui territorio potessi risiedere.
Questo è il cuore di Dio che il Natale ci fa riscoprire:
un cuore inquieto, un cuore cercatore,
un cuore che ha bisogno di un pezzo di terra su cui appoggiare il suo passo (calcagno).
Il desiderio di Dio si radica dentro a un segno forte:
Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare una tenda e mi disse:
Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele.
Il segno è quello della tenda. Un’immagine ancora legata alla vita dei pastori.
La tenda è il segno di una mobilità. Una vita nomade. Da un posto all’altro.
Per il pastore la tenda è la casa. Il luogo dove si intrecciano gli affetti della sera.
Il segno della tenda è una Profezia. Uno sguardo che ci precede sempre.
Dio ha scelto di diventare e di rimanere un viandante, un nomade e un cercatore
e ha deciso di essere la casa dove noi possiamo vivere un’amicizia nuova e fedele.
Ecco il valore del Natale che stiamo ancora celebrando
e che non dobbiamo mai smettere di celebrare:
Gesù, il Bambino, è il segno di Dio
la sua Parola che ha preso il domicilio nella nostra terra
la Tenda che Dio ci regala come rifugio e come casa.
Il Bambino Gesù è un segno autentico e sicuro
perché nei suoi occhi possiamo contemplare lo Sguardo di Dio.
Il Vangelo di Luca ci racconta l’inizio del ministero di Gesù in Galilea.
Ormai la sua fama spopolava. Siamo già attorno ai 30anni.
Gesù insegnava nelle sinagoghe. La gente ascoltava la sua parola con venerazione.
Così leggiamo nelle prime righe del Vangelo:
Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato,
entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.
Ecco la tenda della Presenza. Gesù è il compimento della Parola.
Gesù è la tenda che svela il progetto eterno di Dio
la sua necessità di essere Uomo in mezzo agli uomini!
Questa verità è straordinaria e affascinante. Forse anche un interrogativo.
A volte mi chiedo se noi siamo consapevoli di questa scelta azzardata di Dio
la sua ostinata decisione di essere Dio, non di sembrarlo.
Forse, vedete, questo è il Natale che dobbiamo
cercare di srotolare ogni giorno
nelle cose pratiche della nostra esistenza
e riconoscere la presenza di Dio che abita realmente
ciò che abitiamo (casa – lavoro – scuola)
cammina insieme a noi e mangia la polvere delle nostre povertà
respira forte dentro a ogni nostro anelito di speranza
rafforza il cuore e non ci lascia mai ai bordi della vita!
Questo il Natale che dobbiamo liberare dal 25 dicembre
il Natale vero che si celebra 365 giorni all’anno
senza luminarie, addobbi e regali sotto l’albero
e che trova sicurezza e giustizia nelle parole di Isaia
che Gesù legge nella sinagoga e che diventano
il suo modo di essere Dio (non di sembrarlo) nel mezzo dell’umanità:
Lo Spirito del Signore è su di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.
Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato!
Questo “oggi” è la nostra forza più grande:
oggi Dio c’è e Dio vive immischiato nella nostra carne umana
la sua tenda è piantata nei luoghi dell’emarginazione
nei luoghi dove l’uomo soffre e sente crescere una solitudine
dove è nata o dove sta per nascere una scelta indissolubile di fedeltà
dove una mamma e un papà vivono ogni giorno le loro responsabilità
dove i figli stanno diventando grandi e dove i giovani iniziano a guardare avanti.
Dio esiste. Dio c’è. La sua Parola è vita.
Dobbiamo fidarci. E non dobbiamo più avere paura. Buon Natale!
don Fabio