27 gennaio – Giornata della memoria

Per non dimenticare …

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Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

(Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947)

3 pensieri su “27 gennaio – Giornata della memoria

  1. giornate piene di ricordi, queste.
    La festa Cristiana che celebra la famiglia, cosa che oggi è quasi discriminazione omofoba.
    La memoria di una tragedia immane, una vergogna per l’uomo e allo stesso tempo il fondamento della speranza che non si ripeta più.
    Il ricordo e le preghiere per chi per dovere di soldato ha patito le sofferenze e la tragedia della guerra.
    Il comune denominatore di tutto questo è l’anima dell’uomo che alza all’Onnipotente la supplica della Sua Misericordia!!!

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  2. Hanno voluto togliermi il nome
    per darmi un numero,
    hanno voluto togliermi la dignità
    per farmi sentire meno di un animale,
    hanno voluto togliermi la libertà,
    ma ora sono libero
    in questo vento che soffia freddo
    sopra il cielo di Oswiecim.

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  3. “Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani, ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso prometterti nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzetto di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio Dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anch’esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.”
    Etty Hillesum, 12/7/1942

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