Sarebbe bello riprendere l’attualità dei Comandamenti:
una traccia di vita spettacolare
una libertà che ti apre orizzonti mozzafiato.
Io dico così: almeno una volta al mese
impariamo a fare un esame di coscienza
rileggendo con calma queste dieci Parole
che hanno dentro una verità profonda.
Sarebbe bello anche meditare la lettera di san Paolo.
Un progetto di vita che merita un certo interesse:
comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto,
con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore,
avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito
per mezzo del vincolo della pace.
Veniamo così al Vangelo.
Una pagina che si legge molto volentieri e con una certa curiosità.
Ogni volta mi sembra di masticare qualcosa di nuovo.
La quotidianità diventa il palcoscenico reale
di un incontro che trasforma il cuore di una donna.
C’è l’indicazione di un’ora importante: era circa mezzogiorno.
L’ora sesta. L’ora del sole più alto. Quello che brucia forte.
L’ora sesta è l’ora nella quale Gesù viene consegnato da Pilato alla folla.
C’è un luogo che non passa inosservato.
Sicar. Una piccola cittadina.
Appena fuori dal centro abitato c’è un pozzo.
Famoso da quelle parti perchè lo aveva costruito Giacobbe.
Una terra che ha dentro una memoria storica e affettiva.
Il pozzo è una meta quotidiana.
Luogo di tanti passaggi e di incontri diversi.
Gesù è lì. Stanco. Sudato. Assetato ha dentro un desiderio.
Improvvisamente il pozzo si anima.
Arriva una donna Samaritana.
E Gesù la guarda negli occhi.
Non è scritto nel Vangelo.
ma io sono sicuro che la guarda negli occhi.
E pone una domanda che sconvolge un equilibrio: Dammi da bere!
Questa domanda è l’inizio di un cammino interiore
perché Gesù entra nella sfera del proibito:
Come mai tu, che sei giudeo,
chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?
L’obiettivo di Gesù, meglio, il suo desiderio
diventa sempre più luminoso.
Lui sa. Lui conosce il cuore di quella donna. Conosce la sua condanna.
Conosce nei dettagli il percorso della sua vita. Cinque mariti.
Il desiderio di Gesù incontra il suo disagio più profondo e intimo.
Lo sguardo si stringe. Inizia un percorso lento, dolce e determinato di trasformazione.
La donna Samaritana sperimenta per la prima volta
il valore e la dignità di una relazione affettiva.
Nessuno aveva mai rispettato la sua identità.
Nessuno era entrato nel suo cuore.
Una vita disordinata. Vittima di troppi egoismi (soprusi)
Il pozzo diventa il principio inedito di una giustizia universale:
Chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno.
Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui
una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.
Qui inizia la vita. Gesù non ha indetto nessun processo.
Gesù è andato diretto al desiderio nascosto di quella donna.
E’ andato al battito del cuore.
E’ andato diritto alla pupilla degli occhi: Sono io, che parlo con te.
La donna lascia l’anfora. Lascia un passato difficile.
E inizia a correre. Veloce. E sempre più veloce. La polvere sale dalla strada.
Quella donna è stata liberata. Ha voglia di correre.
Ha voglia di gridare al mondo ciò che ha vissuto.
Un incontro straordinario. Senza precedenti.
L’acqua di Gesù gli frizza dentro il cuore.
Questa è la storia di oggi:
La relazione con Gesù accende nel tuo cuore
desideri nuovi e antichi, emozioni e sentimenti,
ti offre una visione diversa della storia tua e del mondo
ti prende per mano e ti rimette in cammino verso la libertà.
don Fabio
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PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA 2015
Cari fratelli e sorelle, la Quaresima è un tempo rinnovamento per la Chiesa.
Soprattutto però è un tempo di Grazia. Dio non è indifferente a noi.
Iniziamo da queste parole che troviamo scritte
nel Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima.
Parole che ci chiedono uno sguardo profondo
ci ricordano che esiste ancora la Grazia di Dio
esiste ancora il suo amore per noi
esiste ancora la sua misericordia.
Qui inizia la Quaresima:
dove la mia miseria si incontra con la Sua grazia!
Il cammino Quaresimale che ogni anno inesorabile ritorna
con la particolarità di gesti, di scelte, di colori e di canti
rimane sempre una novità importante per la nostra vita.
Una misura sempre nuova di ciò che siamo
e di ciò che riusciamo a vivere come uomini e soprattutto come cristiani.
La pagina di san Paolo , nella sua complessità, ci offre uno sguardo molto prolungato:
noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili,
perché le cose visibili sono di un momento,
quelle invisibili invece sono eterne.
E’ interessante questo modo di vedere e di credere la vita
cogliendo in essa un Mistero che trascende,
che supera la nostra condizione prettamente umana
un Mistero che ci fa vedere oltre ogni nostra fragilità
e ci aiuta a capire il valore invisibile della bellezza che salva il mondo.
Il Mistero di un Dio che, come scrive il Papa, non è indifferente a noi.
La passione e la morte in Croce di Cristo sono l’espressione
più esplicita e visibile di questo Mistero che penetra la storia.
Le tentazioni che abbiamo ascoltato nella pagina di san Matteo
rappresentano il tentativo subdolo del male di vincere sulla bontà della vita.
Un tentativo eterno. Che si perpetua nel tempo. Una corruzione senza freno.
Nella solitudine di un deserto il Figlio di Dio
viene chiamato da parole che vogliono creare un disorientamento
parole che hanno dentro la forza golosa di un inganno
pieno di egoismo e di una inefficace onnipotenza.
Nel deserto Dio grida il suo NO
Dio non scende a compromessi fasulli
e non si lascia tentare dalla forza apparente e gogliardica del male.
Dio reagisce e pone il bene come segno di contraddizione
e rilancia ogni tentazione con una parola di fiducia e di speranza.
Noi siamo i Figli di questo Dio. Ce lo dobbiamo ricordare tutti i giorni!
Figli di un Dio che non si lascia ingannare dalle tentazioni ideologiche del mondo.
Figli di un Dio che prende la Croce e gli dà il valore universale e credibile dell’amore.
Mi chiedevo nei giorni scorsi pensando a questo inizio:
qual è il mio, il nostro punto di partenza?
In quale direzione possiamo orientare le nostre conversioni?
Quale valore spirituale dobbiamo consegnare ai nostri digiuni?
Per me il punto di partenza è la mia povertà.
Dai voce alla povertà che è dentro la tua carne!
La conversione inizia dal nostro cuore. Dalla nostra esistenza pratica.
Dalla polvere che abbiamo accumulato dentro ai nostri sentimenti.
Il Papa nelle ultime battute del Messaggio scrive così:
vorrei chiedere a tutti di vivere questo tempo di Quaresima
come un percorso di formazione del cuore (Benedetto XVI).
La prima risposta efficace alle infinite tentazioni del mondo
è questa formazione del cuore.
E cito ancora le parole del Papa:
Avere un cuore misericordioso no significa avere un cuore debole.
Chi vuole essere misericordioso ha bisogno di un cuore forte,
saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio.
Un cuore che si lasci compenetrare dallo Spirito
e portare sulle strade dell’amore che conducono ai fratelli e alle sorelle.
C’è una sfida importante richiamata dal Papa:
quella della globalizzazione dell’indifferenza.
Sappiamo bene il significato che cos’è l’indifferenza
e sappiamo quanto è radicata dentro il nostro tessuto umano, culturale e sociale.
La Quaresima potrebbe snodarsi dentro a questa conversione globale:
dalle tante malattie contagiose dell’indifferenza
alla qualità di scelte contagiose di accoglienza, di solidarietà e di misericordia.
La Croce è un realtà concreta, una scelta.
L’amore è una realtà, un fatto, una scelta.
La conversione è una scelta. Che inizia da me.
Che inizia da te. Inizia da chi ha voglia di cambiare.
Da chi decide, oggi, di lasciarsi travolgere da un pugno di cenere!
don Fabio
Riguardo all’incontro della Samaritana con Gesù, condivido le parole di questo canto:
“Sono qui, conosco il tuo cuore,
con acqua viva ti disseterò.
sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò.
Nessun male più ti colpirà
il tuo Dio non dovrai temere,
se la mia legge in te scriverò
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.”
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