Raccogliamo l’invito di don Fabio nell’Omelia pubblicata domenica. E’ la risposta di Gesù a chi gli chiede come ottenere la vita eterna. E’ la pagina del Catechismo della Chiesa Cattolica su:
I DIECI COMANDAMENTI
«Maestro che cosa devo fare…?»
2052 « Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? ». Al giovane che gli rivolge questa domanda, Gesù risponde innanzi tutto richiamando la necessità di riconoscere Dio come « il solo Buono », come il Bene per eccellenza e come la sorgente di ogni bene. Poi Gesù gli dice: « Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed elenca al suo interlocutore i comandamenti che riguardano l’amore del prossimo: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre ». Infine Gesù riassume questi comandamenti in una formulazione positiva: « Ama il prossimo tuo come te stesso » (Mt 19,16-19).
2053 A questa prima risposta se ne aggiunge subito una seconda: « Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi » (Mt 19,21). Essa non annulla la prima. La sequela di Gesù implica l’osservanza dei comandamenti. La Legge non è abolita,1 ma l’uomo è invitato a ritrovarla nella persona del suo Maestro, che ne è il compimento perfetto. Nei tre Vangeli sinottici, l’appello di Gesù, rivolto al giovane ricco, a seguirlo nell’obbedienza del discepolo e nell’osservanza dei comandamenti, è accostato all’esortazione alla povertà e alla castità.2 I consigli evangelici sono indissociabili dai comandamenti.
2054 Gesù ha ripreso i dieci comandamenti, ma ha manifestato la forza dello Spirito all’opera nella loro lettera. Egli ha predicato la giustizia che supera quella degli scribi e dei farisei3 come pure quella dei pagani.4 Ha messo in luce tutte le esigenze dei comandamenti. « Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere […]. Ma io vi dico: chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio » (Mt 5,21-22).
2055 Quando gli si pone la domanda: « Qual è il più grande comandamento della Legge? » (Mt 22,36), Gesù risponde: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti » (Mt 22,37-40).5 Il Decalogo deve essere interpretato alla luce di questo duplice ed unico comandamento della carità, pienezza della Legge:
« Il precetto: Non commettere adulterio, Non uccidere, Non rubare, Non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L’amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l’amore » (Rm 13,9-10).
“Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Mi ha sempre colpito la seconda parte della frase: prima di amare l’altro, devo imparare ad amare me stessa con i miei difetti e i miei limiti, ma anche riconoscendo quelle piccole doti e qualità che il buon Dio mi ha dato. Perché se non riesco ad accettarmi così come sono, come posso accettare l’altro?
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Due considerazioni veloci.
Anzitutto mi stupisce la differenza di “trattazione” che Dio fa nel pronunciare le Dieci Parole.
Sulle prime tre si dilunga parecchio. Tenta quasi di “convincere” la sua creatura circa la relazione che lo lega al suo creatore.
Poi, mi piace l’interpretazione delle Dieci Parole come una sorta di “instructions for users”.
Questo Creatore che consegna alla sua creatura un biglietto, piuttosto striminzito, e gli sussurra: guarda che tu funzioni così. Fidati!
Gabriele
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Questo blog è come una casa accogliente. Grazie
Pace a tutti voi…
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Grazie davvero!
E Pace a Te, Ben.
Ma rimani con noi.
Se poi ti sarà possibile condividi della Bellezza qui al Bar. E’ un modo di… “pagare la consumazione”. 🙂
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