Noia come langweile

Spesso durante l’adolescenza ero assalita dalla noia; in tedesco “noia” si dice langweile, alla lettera “tempo lungo”. Infatti, quando ci si annoia, il tempo sembra scorrere lentissimo e ci sentiamo sprofondati in un presente immobile, colti da un senso di vuoto e insoddisfazione.

Nietzsche accostava la noia ad una “bonaccia dell’anima“. Si vorrebbe fare, ci si vorrebbe muovere, ma manca la meta, manca un progetto.

Quando incontro tanti adolescenti annoiati, mi accorgo, rileggendo anche la mia storia, che, o non fanno più esperienza dell’attesa (è il verbo odierno dell’avere tutto e subito), o non organizzano le loro energie verso uno scopo che sia veramente profondo e autentico.

E nella cultura dell’immagine e del visivo in cui siamo sempre più immersi, diventa per essi ancora più difficile, perché lo sguardo viene gettato all’esterno, anziché all’interno. Finiscono così per conformarsi, senza interrogarsi su ciò che sta realmente loro a cuore. E per sentirsi fratelli di Leopardi, che definiva la noia un sentimento peggiore del dolore.

2 pensieri su “Noia come langweile

  1. Curioso come la chiacchierata di Silvia al bar sia avvenuta proprio a ridosso della domenica della Giornata per la vita, che in quel di Saronno (come in tanti altri paesi … e bar) ha dato spunti per riprenderla; anche se, devo dire, che il primo pensiero buttato lì al bar mi arriva da molto lontano, quando più di una persona, da bambino, mi ha detto che “un po’ di noia non fa male”; e la “saggezza dei vecchi” non sbaglia.
    Se sei sempre impegnato, dove si può trovare del tempo che permetta a qualche interessante progetto di trovare spazio per poter entrare nella tua vita? Serve il tempo, serve il terreno giusto…. un po’ come per il seme …
    E dal germogliare del seme posso così passare alla “giornata per la vita”, che in quel di Regina Pacis è stata vissuta con un momento di preghiera e di gioia, animata, fra le varie, da alcuni clienti del bar: chi l’ha organizzata come componente dell’equipe battesimale (e cantando), chi suonando (e cantando) e chi cantando (e cantando si prega due volte…) e con un momento di festa in oratorio, nel salone attrezzato apposta per i piccoli bimbi..e i fratelli più grandi, i genitori , i nonni e la comunità che ha voluto festeggiare con loro.
    E intanto pensi a quando Don Fabio poche ore prima ci ha invitato a comunicare fra noi raccontandoci “parole di vita”: le emozioni semplici, episodi che magari non sembrano di chissà quale rilievo.. ma che sono come un seme, piccolo ma da cui scaturisce la vita; come dire “testimonianza”, come quella data dalle “famiglie coi bimbi in grembo e tra le braccia che stanno parlando di vita; e il Signore se ne prende cura”.
    E’ la “testimonianza” del valore della vita, che si trasmette con le belle notizie. Di progetti di vita di giovani coppie.
    E, sempre al bar, qualcuno potrebbe parlarci di giovani che stanno progettando due catechesi per i quaresimali, su Papa Francesco, la GMG e le periferie esistenziali.
    Dai, parliamo di giovani e dei loro progetti: “parole di vita” e testimonianza!

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  2. Due considerazioni:
    1. citando Crepet … “La noia ci annuncia che la quotidianità è diventata scontata, che occorrerebbe un cambiamento, una bocca d’aria fresca. Insomma, la noia ci annuncia il suo opposto” … insomma credo nel lato buono della noia, che spinge a guardarsi dentro e a trovare in sè stessi e nell’Altro (che è sempre e comunque è dentro di noi) le energie e le motivazioni per proseguire il cammino;
    2. mi sono scoperta fortunata perchè, invece, ho avuto la possibilità di incontrare e conoscere, nella nostra Saronno, giovani che si pongono domande vere sul senso della propria vita e, nel frattempo, “organizzano le loro energie verso scopi profondi ed autentici” in gesti concreti di servizio verso quelle “periferie esistenziali” che abitano la nostra città.

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