Cari Amici,
sono infinite le cose che possiamo vedere, ma sono poche quelle che riescono ad andare ad abitare le stanze del cuore.
Con l’affetto di sempre.
Fausto
E’ con queste parole che il nostro FAUSTO CORSETTI chiosa oggi il suo prezioso contributo. Niente da aggiungere, da parte nostra solo e ancora grazie!
Era stanco il passo, basso lo sguardo, di quei due uomini che si allontanavano da Gerusalemme dopo i fatti che avevano riguardato il loro Maestro. Tutto era crollato. Il silenzio avvolgeva i loro pensieri. Il freddo e lo sconforto impregnavano le loro ossa e i loro ricordi. Eppure, il sole li aveva svegliati all’alba, l’alba di un giorno che era diventato unico, speciale, e che stava ancora davanti a loro: e non se ne accorgevano, ancora. Quel sole li stava proprio avvolgendo, ascoltando e, impercettibilmente, stava tornando a riscaldare il loro cuore sgomento, deluso, tradito.
Non sono pochi, anche nelle nostre giornate, i momenti che assomigliano più facilmente a un tramonto piuttosto che a una alba nuova. Poi, su quella strada che portava fuori da una Gerusalemme ostile, tutto si svela, tutto sembra tornare ad avere un senso, una luce propria. Lo sconosciuto che si è fatto compagno di strada li sta guardando dentro: li fa parlare; li avvolge di attenzione; li ascolta; cammina con loro. Poi, comincia a parlare, a mostrare loro la luce presente-nascosta nella loro delusione.
“Speravamo”.
Il loro cuore si riscalda. Torna a bruciare voglia di vivere. Qualcuno, quello sconosciuto che non sapeva cosa fosse accaduto nei giorni precedenti, si ferma, li guarda, li avvolge, li sostiene.
Finalmente, anche i loro occhi si aprono. E vedono. E riconoscono. Ma lui è già andato. Ora sono i loro occhi a brillare. E a raccontare la gioia vissuta. Il loro sguardo diventa profondo, avvolgente, lucente. I loro passi veloci. I loro occhi raccontano.
Basta uno sguardo vero, attento, profondo, penetrante, per assicurare protezione a un bambino, per dare sicurezza a un ragazzo, per dare luce a chi guarda alla sera della vita, a chi sente la vita scivolargli dalle mani come un veliero che veloce si muove verso un orizzonte sconosciuto. Tutto diventa possibile, quando ci si scopre custoditi negli occhi di un altro.
“Guardami!”
Guardami. Abbracciami. Portami dentro la tua vita: questo è il grido di chi ha conosciuto la paura, lo smarrimento, l’angoscia, l’ostilità, l’abbandono, la sconfitta.
Questa, alla fine, è la nostra richiesta costante. Questo basta per vivere. Questo consente di andare, nella pace e nel silenzio, sino ai confini della realtà, fino a intraprendere voli insondabili, verso quella luce che nasce dentro, che si sente dentro, che avvolge, che sostiene. Basta uno sguardo… per poter vivere.