I social tolgono autonomia

Al recente forum di Davos c’era anche il finanziere ungherese George Soros che si è espresso sul mondo dei social network. Purtroppo pochissimi giornali italiani hanno riportato la notizia.

La giornalista Tiziana Ferrario, sabato scorso, all’incontro della stampa con Mons. Delpini, lo ha esplicitamente ricordato.

Ecco quello che ha detto Soros:

I gruppi dei social media sfruttano il contesto sociale, tolgono autonomia di pensiero e inducono dipendenza.

Facebook e Google influenzano il modo in cui le persone pensano e si comportano, senza che le persone se ne accorgano.

La loro straordinaria redditività è in gran parte funzione del fatto che evitano responsabilità per i contenuti delle loro piattaforme.”

Forse le cose cambieranno in futuro…?

Corretta informazione

“Ciò che si dice e si scrive deve essere coerente con ciò che si vive.”

Basterebbe questa frase della giornalista Rai Tiziana Ferrario per capire il clima che si respirava stamattina a Milano, nell’incontro annuale dei giornalisti Lombardi e dei comunicatori parrocchiali con Mons. Delpini (in occasione del 24 gennaio, memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti).

Il titolo dell’incontro con l’arcivescovo di Milano, quest’anno, è stato – come si vede dall’immagine – “Il diritto a essere correttamente informati”, con quell’avverbio che, nella società della disintermediazione, diventa sempre più cruciale.

Tra fake news e verità il solco è ampio, ma spesso non percepito.

Questo chiede un ripensamento del ruolo dei giornalisti, con un mercato della stampa che, dopo anni in crisi, ancora “è in cerca d’autore” e ancora si interroga sulla sua identità.

È stato bello però ascoltare stamattina questo decalogo, che i giornalisti hanno provato ad elaborare.

Sentite:

1. Non scrivere degli altri ciò che non vorresti fosse scritto di te

2. Non temere di rettificare, né di ammettere di aver sbagliato

3. Dai voce ai più deboli

4. Impara a dare i numeri (e ad integrare le opinioni con dati e fatti che le spiegano)

5. Le parole sono pietre, quindi usale per costruire ponti

6. Diventa scorta mediatica della verità

7. Non pensare di essere al centro del mondo

8. Il web è prezioso, ma usalo bene. Internet è rivoluzione, ma ciò che scrivi è rivelazione di ciò che sei

9. Connettiti con le persone

10. Porta il messaggio nelle nuove piazze (digitali e non)

Il mio istante e l’eterno.

Il contributo degli amici è determinante per il Bar. Apre la mente, allarga la prospettiva, fa pensare bene. Ragazzi, come chiedono i bambini: ANCORA!

Oggi il… soccorso ci giunge gradito dalla nostra Gemma, anima gentile. Sì, perché credo che riflessioni come quella che pubblichiamo di seguito, tengano viva, vivissima, la Speranza. Qui ci si svela di un credito aperto per noi in Paradiso. Ciò che ironicamente chiamiamo appunto “punti Paradiso”…  vengono davvero computati. Dal Sito della Fraternità San Carlo, novembre 2017.

In Paradiso rimarranno, trasfigurati, i segni fisici di questa nostra vita, testimonianza bella e perenne di ciò che è avvenuto nel tempo, sulla terra.

Una meditazione di Paolo Sottopietra* sul Paradiso, il “per sempre” del Cielo che è già preparato nella nostra vita terrena.

Il razionalismo del nostro tempo ha indebolito in noi la capacità di immaginarci concretamente il Paradiso, l’ultimo porto della nostra vita. L’eternità ci appare come un non-tempo. Le uniche immagini che ci soccorrono sono una luce abbagliante, che non lascia distinguere forme e contorni, o un’aria rarefatta attraversata da nuvole bianche. Fatichiamo perciò ad avvertire che il nostro presente ha a che fare con il per sempre del Cielo e siamo perciò meno disponibili alla fatica della lotta quotidiana per la verità di noi stessi e del mondo in cui viviamo. Per lottare, infatti, dovremmo essere convinti che gli atti e le scelte che compiamo contino realmente.

Ma l’eterno non è un’atmosfera vuota. Dopo la sua Continua a leggere

I Vescovi lombardi verso il voto: «Partecipazione attiva e responsabile per una buona politica»

La nostra Gemma ci segnala la seguente Nota della Conferenza Episcopale Lombarda.

Nota in vista delle elezioni politiche e amministrative elaborata durante la sessione di lavoro svoltasi il 17 e 18 gennaio presso il Centro di Spiritualità del Santuario di Caravaggio

I vescovi della Conferenza episcopale lombarda

Mentre prosegue l’intensa campagna elettorale che culminerà con le elezioni amministrative regionali e politiche nazionali, la Conferenza Episcopale Lombarda ritiene opportuno offrire ai propri fedeli alcune indicazioni pastorali, per incoraggiare alla serenità e alla responsabilità nel cammino di preparazione a questi importanti appuntamenti.

La premessa fondamentale è che i cristiani, come tutti i cittadini italiani, vogliono riaffermare la necessità di una buona politica. Continua a leggere

La foresta dei giusti.

La stele dedicata all’italiano Giorgio Perlasca nel giardino Yad Vashem

di FAUSTO CORSETTI

E’ necessario e giusto ricordare il passato. Bisogna ricordare per impedire che la Storia si ripeta, che la violenza e l’odio razziale, vinti una volta si ripropongano in forme nuove, dietro altre intolleranze, altre battaglie. Per questo il nostro Paese ha aderito a una proposta internazionale e ha istituito dal 2000 “La Giornata della Memoria” per commemorare le vittime del nazismo e dell’Olocausto, il 27 gennaio. Una data storica: il 27 gennaio del 1945, quando si aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz e i pochi superstiti furono liberati, il mondo vide l’orrore del genocidio nazista.
Ma la Giornata della Memoria serve anche a ricordare tutti coloro che, a rischio della propria, hanno salvato altre vite. Più di mezzo secolo fa, una mattina del 1953, al Parlamento dell’antichissimo e nuovo Stato d’Israele veniva deciso di dare vita a una foresta in una vasta e ancora poco popolata zona della capitale, Gerusalemme, là dove erano solo ciuffi d’erba. Si decideva di piantare lì un albero per ogni persona non ebrea che in Europa, Continua a leggere

Delpini scrive ai 18enni e al Foglio non va giù.

Intenso dibattito in Diocesi, attorno agli articoli critici pubblicati dopo che l’Arcivescovo Delpini ha indirizzato la sua lettera ai 18enni che si accingono a votare per la prima volta.

Ce ne informa la nostra ineffabile Silvia, l’esperta in comunicazione per il B’sB, curatrice del sito  Parrocchia Regina Pacis di Saronno e collaboratrice della Diocesi di Milano.

Propone, perché ce ne possiamo rendere conto, la lettura del seguente articolo, davvero livoroso, di CAMILLO LANGONE, pubblicato su Il Foglio del 23 gennaio scorso.

Le elezioni sono parte della realtà e la realtà ci interessa tutta, con la possibilità di Bene, in questo caso Bene Comune, che potrebbe e dovrebbe favorire. Monsignor Delpini non è né un Prefetto né il Presidente della Repubblica ma non per questo sarà relegato in Sacrestia!

foto La Presse

Ma come parli, arcivescovo?

L’arcivescovo di Milano esorta i giovani ad andare a votare. Come fosse un presidente della Repubblica o un prefetto.
 
Ma come parli, arcivescovo? Monsignor Delpini, arcivescovo di Milano, perché scrivi ai diciottenni una lettera di esortazione al voto? Non sei il presidente della Repubblica, non sei nemmeno il sindaco o il prefetto: se credi che un diciottenne ti possa dar retta dovresti esortarlo ad andare a Messa. “Si merita di più ascoltando devotamente una Santa Messa che a pellegrinare per tutta la terra”, disse San Bernardo, tu invece credi nel pellegrinaggio al seggio elettorale: ma questa cosa è religione civile, è Rousseau, è idolatria… E perché caspita hai citato Pericle come maestro da seguire? Pericle era un demagogo, un guerrafondaio e soprattutto un pagano, mentre noi crediamo in Cristo (che nella tua lettera non appare mai). Del politico greco citi un discorso particolarmente balordo, in cui si giudica inutile chi non si occupa degli affari pubblici: dunque i monaci eremiti e le suore di clausura sono inutili? Parli di “diritto-dovere di votare”: dunque sei un adoratore del vitello di carta, dell’articolo 48 che definisce il voto un “dovere civico”? Io, da cattolico, alla Costituzione antepongo il Vangelo e i miei doveri si chiamano precetti: nel Catechismo ce ne sono cinque e nessuno ha a che fare con la politica. Parli come Talleyrand, Monsignor Delpini, come quei vescovi cosiddetti costituzionali che durante la rivoluzione francese scelsero di servire lo stato anziché la Chiesa. Ma loro avevano un’attenuante: chi non giurava fedeltà alla Costituzione repubblicana rischiava la testa. Tu invece quale attenuante hai, Monsignore?

Quando la scienza pretende di spiegare tutto…

l’onnipotenza della scienza… anzi di ‘manage’, come si dice nel testo inglese, cioè di gestire, condurre.

Sentimento di onnipotenza. La scienza prende il controllo sulla vita.

Sarà davvero così?

Da ieri gli occhi del mondo economico sono puntati sull’annuale incontro di Davos.

Sapete qual è il tema del World Economic Forum di quest’anno?

“Creare un futuro condiviso in un mondo frammentato”.

Ma come? Non doveva bastare la scienza?

E aggiungo la chiosa di un articolo su Davos uscito in questi giorni:

“Le discussioni sono sempre interessanti, anche se negli ultimi 10 anni quasi tutte le previsioni uscite da Davos si sono dimostrate sbagliate.”

Qualcosa non torna…