Mi scuso con gli amici per la scarsa assiduità al “diario” in questi ultimi tempi. Mi scuso in particolare con l’Amico Fausto che ci ha inviato diversi giorni fa questo Suo ineffabile contributo.
Cari Amici,
cominciano così le cose nuove: dal poco. La vita nuova comincia da un soffio leggero, lo stesso che, di primo mattino, ci spinge a cercare sotto la cenere che tace una brace viva, un sussurro eloquente che conduce alla verità di sé.
Un abbraccio fraterno.
FAUSTO CORSETTI
Era sera. Ci raccoglievamo attorno al caminetto di casa: tutti sapevamo di poter trovare proprio lì ascolto, attenzione, narrazione, condivisione, confidenza, memoria, accoglienza.
Guardando il fuoco, il gioco delle fiamme che si muovevano imprevedibili e vivaci, nel tentativo di sgusciare fuori dal legno che le alimentava, si riusciva comunque a entrare nella vita di chi stava seduto accanto e, guardando verso la medesima direzione, entrare con discrezione e rispetto dentro a racconti che portavano alla reciproca conoscenza di sé.
Davanti al fuoco escono solo le cose vere, quelle che appartengono al segreto del vivere. Da lì cominciano, di presto mattino, i nuovi cammini. A sera, sotto la cenere vaporosa, vengono nascoste braci pronte a riaccendere e a dare forma viva a sogni inediti e a speranze nuove.
Di primo mattino, un leggero soffio scosta il grigiore fumigante di un fuoco rimasto sopito, eppur vivo, tutta la notte. Cominciano così le cose nuove. Dal poco. Dal piccolo. Dal silenzio. Poi, tutto diventa grande, eloquente, importante.
Non dipende da altri il bello e il buono che ciascuno vorrebbe trovare intorno a sé. Nasce da noi stessi. Si alimenta con la legna che ciascuno saprà portare al fuoco grande che tutti cercano e verso cui tutti sono attratti.
La vita nuova comincia da un soffio leggero che, di primo mattino, ci spinge a cercare sotto la cenere che tace una brace viva, la stessa che fino alla sera precedente aveva alimentato condivise memorie, coinvolgenti narrazioni, attente riflessioni.
Fidarsi. Questo è il segreto custodito da chi sa sostare davanti al fuoco, da chi sa stupirsi come un bambino. Stupore che in ciascuno, come un fuoco, può accendere ancora desideri e gesti di generosità, passi di accoglienza, braci di luce da portare nel buio delle notti che appaiono troppo scure, troppo lunghe, troppo dense.
La sera giungeva repentina. L’alba tardava a levarsi. A sera, dopo il tanto andare di cosa in cosa, si tornava al fuoco, al cuore della casa, dove la legna si consumava offrendo in cambio calore, luce, attrazione.