“Un fraterno abbraccio a voi tutti.
Fausto”
…ci ha scritto il nostro Fausto. E dà respiro al Bar dopo un lungo periodo di ferie estive. E che respiro!… Un abbraccio a Te!
Leggiamo:
Finita la crisi politica agostana, nuovo Governo “battezzato” e ora: cosa accadrà? Chi aveva creduto alla taumaturgia del voto, ora sa che un voto può cambiare tante cose, ma difficilmente risolve i problemi. I problemi ci sono ancora tutti e vanno risolti in sede politica, naturalmente. Ma noi dobbiamo chiederci in quale misura questi problemi interpellano i cristiani che stanno in Italia. Bisogna compiere alcuni atti dovuti. Alla coscienza, prima che a chiunque altro.
Il primo atto dovuto è un atto di conversione. Pochi di noi sono immuni da colpe per quanto è successo in questi ultimi anni. Sono colpe che vanno dalla piccola corruzione – le mance, le raccomandazioni, i regalini, i conti pagati in nero, le piccole evasioni, le prepotenze, lo sfruttamento delle conoscenze altolocate, l’appartenenza al gruppo, al partito, alla corrente dominante, gli opportunismi, le adulazioni, i conformismi – fino alle connivenze più gravi e alle complicità, ai silenzi, alle omissioni.
Come è potuto succedere tutto senza che noi ce ne accorgessimo? Noi che abbiamo dato sostegno a partiti e a nomi che poi sono precipitati nel fango? E’ possibile che non ci siamo accorti? Oppure abbiamo pensato che il sistema sarebbe stato eterno e che avrebbe provveduto da solo ad autopurificarsi? Ma cosa significa autopurificarsi quando si provocano danni che sono irreversibili e che richiederanno forse una generazione – se basterà – per essere riparati, ma mai cancellati.
Dopo la conversione – che è la presa d’atto delle proprie colpe, e la decisione di emendarsene – occorre passare alla vita nuova. Il senso cristiano della vita nuova quaggiù non può essere che quello di cui parla san Paolo nella Lettera agli Efesini: l’uomo nuovo. Ora è persino di moda parlare di uomini nuovi, volti nuovi, poi cambiare pagina, per ricominciare da capo.
Dalla dottrina dell’uomo nuovo, non ci viene nessuna indicazione di come cambiare i partiti o di come impegnarci a ricostruire un partito. Ci viene però il precetto di essere uomini nuovi secondo Cristo nella società. E in questo noi dobbiamo sentirci obbligati più che mai. Non abbiamo il diritto di tirare i remi in barca come molti sono tentati a fare. Il nostro Paese ha bisogno di uomini nuovi non solo nelle Istituzioni, ma nella vita, giacché l’inquinamento morale dello Stato non nasce così, come in un ambiente asettico e senza corresponsabilità alcuna da parte dei cittadini.
Un Paese che, nonostante tutto, ha retto nella vita democratica superando crisi economiche, morali, politiche, di ordine pubblico, di terrorismo, è un Paese che non solo merita rispetto e amore, ma anche fiducia. E la fiducia degli onesti è il primo requisito per ricostruire il Paese e lo Stato.
Il secondo requisito è la saggezza. Guai a lasciarsi prendere dalla mania giacobina di tagliare tutte le teste, dal giustizialismo che procede a colpi di mannaia e che vorrebbe eliminare tutto il passato, solo perché passato. Il Vangelo ci offre il modello dello scriba saggio che sa tirare fuori dal suo sacco tesori vecchi e nuovi e sa valorizzare gli uni e gli altri.
Infine, il terzo requisito mi pare che debba essere quello dell’unione delle forze per quanto è possibile. In democrazia, a prescindere dai sistemi maggioritari o proporzionali o misti, i numeri hanno importanza decisiva. La democrazia non conosce altri sistemi per verificarsi al di fuori dei numeri.
Dunque più che mai è vero che l’unione fa la forza. In che modo e con chi? La risposta a questa domanda l’avremo nell’arco dell’intera legislatura. Bisogna che apriamo bene occhi e orecchie per capire, per verificare di tanto in tanto se le scelte che abbiamo fatto a suo tempo sono state giuste o no. Scelte sui partiti e movimenti e soprattutto sugli uomini e le donne ai quali abbiamo dato voto e fiducia.
In fondo stiamo vivendo un’esperienza ricca di incognite, ma anche di possibilità.