Sul palmo della tua mano.

Riceviamo dalla nostra Gemma e pubblichiamo molto volentieri. Grazie ancora!

Sul palmo della tua mano
(antica benedizione gaelica)

La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l’erba
su cui poggi i passi.

E il sorriso brilli sul tuo volto
e il cielo ti copra di benedizioni.

Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.

Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.

Perché soffriamo?

Mi scuso, non riapriamo da un po’. In controtendenza: in questo periodo i bar sono più disponibili di una chiesa…

Anche Fausto ci ha scritto qualche settimana fa. Penso che anche questa volta un suo commento meriti la dignità di un articolo. Questa volta ancora di più.

Ogni volta che si entra in un ospedale, il pensiero va naturalmente al mistero della malattia e del dolore, alla speranza della guarigione e al valore inestimabile della salute, di cui ci si rende conto spesso soltanto allorché essa viene a mancare.
Negli ospedali si tocca con mano la preziosità della nostra esistenza, ma anche la sua fragilità. Seguendo l’esempio di Gesù, che percorreva tutta la Galilea, curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo, la Chiesa, fin dalle sue origini, mossa dallo Spirito santo, ha considerato un proprio dovere e privilegio stare accanto a chi soffre, coltivando un’attenzione preferenziale per i malati.
La malattia che si manifesta in tante forme e colpisce in modi diversi suscita inquietanti domande: perché soffriamo? Può ritenersi positiva l’esperienza del dolore? Chi ci può liberare dalla sofferenza e dalla morte? Interrogativi esistenziali, che restano umanamente il più delle volte senza risposta, dato che soffrire costituisce un enigma imperscrutabile alla ragione. La sofferenza fa parte del mistero stesso della persona umana.
Chi può eliminare il potere del male è solo Dio. Proprio per il fatto che Gesù Cristo è venuto nel mondo per rivelarci il disegno divino della nostra salvezza, la fede ci aiuta a penetrare il senso di tutto l’umano e quindi anche del soffrire.
Esiste, quindi, un’intima relazione fra la Croce di Gesù – simbolo del supremo dolore e prezzo della nostra vera libertà – e il nostro dolore, che si trasforma e si sublima quando è vissuto nella consapevolezza della vicinanza e della solidarietà di Dio.

Un abbraccio,

Fausto