Anche Dio fa quello che può

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Qualche giorno fa ho partecipato a un incontro del “gruppo famiglie” della mia parrocchia.

A valle della lettura e meditazione della famosa parabola della “casa sulla roccia” (Mt 7, 21-27), il sacerdote che guidava l’incontro ha posto alcune domande tra le quali la seguente: “Come leggo gli eventi belli e brutti della vita? Che senso tendo ad attribuirgli?”

Il momento di condivisione è stato decisamente partecipato e la maggior parte degli interventi vertevano sullo spaesamento che si prova di fronte alla sofferenza propria e altrui.

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La bruna e la bionda

25 Novembre, santa Caterina da Alessandria. Martire. E anche giornata contro la violenza sulle donne. Un caso? Chissà…

Mentre ci riflettete seduti comodamente al nostro bancone, scelgo per voi un libro dalla mensola della biblioteca del bar. “Le rose di Atacama”, Luis Sepulveda. Uno dei miei scrittori preferiti. E aprendolo all’ultima pagina…

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Attesa!

(by Stefano Vanoli)

Sabato 14/11/2020!

I bar funzionano con modalità asporto… quindi cosa fanno i clienti del Betania’s bar? Aspettano fuori, con pazienza, senza assembramento… arriva qualcuno, acquista e se neva… due parole col barista …non si può nemmeno consumare nelle vicinanze… Non è la stessa cosa, però i clienti ci sono… anche perché vuoi “viverlo” comunque il “tuo”bar, nell’attesa che ci si ritrovi intorno al bancone… nell’attesa…

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Coronavirus. Ma a salvarci tutti sarà la gentilezza.

La segnalazione ci giunge dalla nostra Gemma: è di Avvenire del 3 marzo, l’Autore è l’ineffabile Davide Rondoni. “O che magari se ne abbia ancora qualche traccia senza sapere però bene cosa sia né da dove venga questa cosa bella che illumina i giorni dell’ansia.” Si parla di gentilezza. Altrove (leggi qui) definiva lo “spostare i capelli dal viso” così: “Il gesto che è stato calibrato dai secoli dei secoli, nel buio e poi dalle collisioni delle prime stelle e dal sollevarsi e ritirarsi delle maree, gesto preparato dai venti quando il mondo era disabitato e che solo gli uomini possono fare, loro che sono quasi niente nell’universo. Spostare i capelli dal viso del figlio…” Metafora della gentilezza… E la questione del “dono”: “Posso dire MIO solo di Ciò a cui appartengo”.

Imperdibile!

C’è un virus di cui tutti parlano e che segnalano come Covid-19. E ci sono le sue conseguenze, l’allarme, le cautele, persino le isterie. E però c’è un’altra cosa, e non ne parla nessuno. Una conseguenza quasi invisibile: come lui, il maledetto. Ma io l’ho vista. È la gentilezza. Anche lei, se così si può dire, una conseguenza del virus.Appare e scompare rapida, in gesti quasi impercettibili. Una attenzione verso qualcuno che sta entrando, un sorriso cortese in più, una sfumatura di cura. Soprattutto verso quelli che sentiamo più esposti. Insomma, piccoli gesti o atteggiamenti che portano scritto addosso, come un tatuaggio invisibile, ‘eh, ci tocca vivere questa situazione, almeno trattiamoci bene tra noi’ o qualcosa del genere. E allora si  Continua a leggere

Il corpo di Cristo nelle tue mani.

Ecco il ritorno della nostra Antonietta Porro. E’ il suo prezioso articolo che esce anche sul bollettino parrocchiale della Chiesa di san Giulio in Barlassina, nella rubrica “Tu lo hai fatto come un segno”.

Non ci sono molte istituzioni nelle quali la tradizione valga più che nella Chiesa Cattolica Romana. È talmente importante che si è usi scriverla con la lettera maiuscola: ‘Tradizione’, perché essa è uno dei pilastri sui quali si fonda la Chiesa. Purché si intenda il termine nel modo giusto. Tradizione indica infatti la ‘consegna’ a chi viene dopo di noi di ciò che abbiamo ricevuto da coloro che sono venuti prima di noi, ma non si tratta di un semplice passaggio di testimone, bensì del passaggio attraverso il tempo, attraverso la storia, di ciò che ci è stato consegnato, in modo tale che nulla della verità che contiene sia alterato ma che al tempo stesso questa Verità continui a parlare agli uomini cui Continua a leggere

Sul palmo della tua mano.

Riceviamo dalla nostra Gemma e pubblichiamo molto volentieri. Grazie ancora!

Sul palmo della tua mano
(antica benedizione gaelica)

La strada ti venga sempre dinanzi,
e il vento soffi alle tue spalle
e la rugiada bagni l’erba
su cui poggi i passi.

E il sorriso brilli sul tuo volto
e il cielo ti copra di benedizioni.

Possa una mano amica
tergere le tue lacrime
nel momento del dolore.

Possa il Signore Iddio
tenerti sul palmo della mano
fino al nostro prossimo incontro.

Immacolata con Trilussa.

Quann’ero ragazzino, mamma mia me diceva:
“Ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo
tu prova a recita n’Ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe’ maggìa”.

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Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna Benedetta
e l’anima da sola
pija er volo!

Trilussa “Pensanno a la Madonna” circa 1941

Onora tuo padre e tua madre

(qui di seguito riportiamo la catechesi sulla quarta Parola, tenuta il 1/12/2019 presso la Chiesa Prepositurale di Saronno.

Questa catechesi è stata preparata dagli amici del Betania’s attraverso il metodo dell’Officina di espressione)

 

ONORA TUO PADRE E TUA MADRE

Chi maledice il padre e la madre

vedrà spegnersi la sua lucerna nel cuore delle tenebre.

(Pv 20, 20)

 

  1. ONORE: ATTO CONCRETO

 

“Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel viaggio all’interno delle Dieci Parole arriviamo oggi al comandamento sul padre e la madre. Si parla dell’onore dovuto ai genitori.

Che cos’è questo “onore”? Il termine ebraico indica la gloria, il valore, alla lettera il “peso”, la consistenza di una realtà. Non è questione di forme esteriori ma di verità.

Onorare Dio, nelle Scritture, vuol dire riconoscere la sua realtà, fare i conti con la sua presenza; ciò si esprime anche con i riti, ma implica soprattutto il dare a Dio il giusto posto nell’esistenza.

Onorare il padre e la madre vuol dire dunque riconoscere la loro importanza anche con atti concreti, che esprimono dedizione, affetto e cura.

(Papa Francesco, udienza generale 19/9/2018)

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Omelia di don Fabio Verga, Prima dopo la Dedicazione

Letture domenica 27/10/2019

Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo:
questa ultima parola del Vangelo
incide in modo significativo sulla nostra vita
e ci indica la realtà più sicura:
Io sono con voi!
Dio è con Noi,
da sempre e per sempre!
Da qui si parte e si ri-parte:
da una certezza assoluta!
Seriamente, domandiamoci:
Dio è la mia certezza?
Mi basta sapere che Lui c’è?

Senza questa certezza non si va da nessuna parte, Continua a leggere