Attesa!

(by Stefano Vanoli)

Sabato 14/11/2020!

I bar funzionano con modalità asporto… quindi cosa fanno i clienti del Betania’s bar? Aspettano fuori, con pazienza, senza assembramento… arriva qualcuno, acquista e se neva… due parole col barista …non si può nemmeno consumare nelle vicinanze… Non è la stessa cosa, però i clienti ci sono… anche perché vuoi “viverlo” comunque il “tuo”bar, nell’attesa che ci si ritrovi intorno al bancone… nell’attesa…

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Artigiano. E per Lei.

E’ morto “in piedi” Charles Aznavour. Sì, in piedi: aveva programmato un concerto in Belgio per il 26 ottobre prossimo.

E si definiva un Artigiano. Non posso non ricordarlo per queste caratteristiche. E per aver cantato l’amore per “Lei”.

Ecco le canzoni con cui vorrei, modestamente, rappresentarlo:

LEI e TI LASCI ANDARE

Due canzoni uguali e contrarie. Ne abbiamo già parlato al Bar. Ma è amore PER SEMPRE.

Cosa sarà

 

Gita domenicale a Bergamo con un’amica.

Lungo il Sentierone c’è la manifestazione di Bergamo Incontra; ogni anno più interessante.

Oggi vi offro uno spunto musicale: quello di ascoltare la canzone di Lucio Dalla “Cosa sarà”.

Clicca qui per ascoltarla

Poi prendete in mano il testo:

“Cosa sarà che fa crescere gli alberi
la felicità
che fa morire a vent’anni anche se vivi fino a cento
cosa sarà
a far muovere il vento a fermare il poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane o un bacio non dato
Cosa sarà
che ti svegli al mattino e sei serio che ti fa morire ridendo di notte
all’ombra di un desiderio
Cosa sarà
che ti spinge ad amare una donna bassina e perduta
la bottiglia che ti ubriaca anche se non l’hai bevuta
Cosa sarà
che ti spinge a picchiare il tuo re che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c’è
Cosa sarà
che ti fa comprare di tutto anche se è di niente che hai bisogno
Cosa sarà
che ti strappa dal sogno
Cosa sarà
che ti fa uscire di tasca dei no non ci sto ti getta nel mare e ti viene a salvare
Oh, oh, Cosa sarà che dobbiamo cercare che dobbiamo cercare
Cosa sarà
che ci fa lasciare la bicicletta sul muro e camminare a sera con un amico a parlare del futuro
Cosa sarà
questo strano coraggio o paura che ci prende
e ci porta ad ascoltare la notte che scende
Cosa sarà
quell’uomo e il suo cuore benedetto che sceso dalle scarpe e dal letto si è sentito solo
e come un uccello che in volo si ferma e guarda giù”

E vi lascio una domanda:

Cosa debbo cercare per esser felice davvero?

 

Quella carezza della sera.

Raramente ascolto con attenzione le parole di una canzone. Per me sono tutt’uno con la musica. Per farlo dovrei, come mi è capitato oggi, incontrare qualcuno che mi inviti a meditarle. Ecco una recensione di ANDREA PEDRINELLI, oggi su Avvenire. Avevamo già sperimentato l'”Operazione nostalgia“? La riproponiamo:

Che anni, gli anni dell’adolescenza. Tempo di slanci e insicurezze, di voglia di vivere e paura di iniziare a farlo. Col papà sullo sfondo, e noi sospesi fra desiderio di conoscerlo e timore di scoprirne le fragilità. Però che sere quelle sere d’estate, quando in noi ancora bambini già si intravedeva un uomo nuovo… «Quando tornava mio padre sentivo le voci, dimenticavo i miei giochi e correvo lì… Mi nascondevo nell’ombra del grande giardino, e lo sfidavo a cercarmi: io sono qui!».

Poi la paura di averlo perso, papà, forse di non riuscire mai davvero a incontrarlo: «Quelle giornate d’autunno sembravano eterne, quando chiedevo a mia madre dov’eri tu… Che cos’era quell’ombra negli occhi suoi? Io non capivo cos’era, e cominciavo a pensare …mi manchi tu». Fino ad oggi. Già: e oggi, cosa ci manca di più di allora? Quella tenerezza di cui avevamo disperato bisogno o la nostra voglia acerba di quei giorni, la voglia noi da soli di sfidare il mondo? Se lo chiedevano pure i New Trolls, in una canzone bella quanto celebre. «Non so più se mi manca di più quella carezza della sera o quella voglia di avventura, voglia di andare via di là»: ma la risposta, in fondo, era già nel titolo. Quella carezza della sera, sì: è la carezza di papà, che fino all’ultimo giorno cercheremo di ritrovare.

Ma cosa c’è da capire?

Riceviamo da Stefano Vanoli e pubblichiamo.

Stasera l’esperto della canzone del Betania’s sta canticchiando una canzone piuttosto allegra, che colpisce i clienti quando sentono “e mi rivesto delle mie parole, e il tuo silenzio quasi mi commuove”; “ehi, esperto, cosa significa “e mi rivesto delle mie parole”?
“Mah, ragazzi.. in effetti l’immagine non m’è chiara… però mi piace. Anzi, “a un passo da te” mi piace tutta: si parla ancora di rapporto di coppia, con Celentano e Mina, e dell’importanza della comunicazione nella coppia”. Parole e silenzio… e cuore; ma il cuore può aiutare a chiarirsi? “il tuo silenzio quasi mi commuove, si, ma perché il cuore è poco intelligente, ne avrei da dire ma non dico niente, sei già a un passo da me”; come dire, sentirsi “già a un passo” aiuta? Continua a leggere

“AIUTAMI A CAPIRE ….”

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“Le migliori”: il successo discografico del 2016; ed al bar non poteva mancare ovviamente il commento dell’esperto della canzone del Betania’s … visto che si tratta di Celentano (senza nulla togliere a Mina, ovviamente). Però stavolta l’esperto non canta: “ti lascio amore” proprio non gli riesce. Gli piace, l’ha colpito tantissimo, è un turbinio di emozioni.

Ma è difficile. Da cantare: solo Celentano può interpretarla così. E da ascoltare.

Difficile perché c’è qualcosa che non torna: per la prima volta in vita tua senti Celentano cantare che vuole chiudere un matrimonio. Non l’ha mai fatto: era arrivato a tradire, ma nella stessa notte già sceglieva per il matrimonio (la  storica “sotto le lenzuola”, cantata a Sanremo nel 1971 in coppia con il Coro Alpino Milanese).

Stavolta c’è un parlato iniziale che ti spiazza, poi ribadito dal canto: “io non so che mi succede dentro l’anima, ogni decisione presa è discutibile, e l’angoscia di sbagliare è insopportabile, quanto la certezza che devo andare via”. Adriano canta “devo andare via”?

Da lì in poi sentirai il disagio della coppia.. ma continuano a dirsi “amore”; Celentano intanto è passato a chiedere “lasciami amore” (il “devo andare via” non era così certo? Serve un “aiuto” per chiudere?), e senti la coppia accennare a tanti motivi, nessuno dei quali speri sia determinante. Però, in un crescendo, c’è Mina, che gli canta “ti lascio amore”, e passa da un “faccio posto ad emozioni nuove” ed un “forse adesso tra di noi…” ad un “non far si che i nostri giorni siano stati inutili”..  fino alla scena finale, quella che tu proprio non volevi: “io ti ho tradito, ma a modo mio ti ho sempre amato … ti lascio amore..no..non odiarmi amore..ti lascio amore..ti lascio”. Pum!

Ormai lo senti che è andata, non c’è più niente cui aggrapparsi: se anche la “certezza che devo andare via” non fosse stata tale, anche se Adriano era passato a “lasciami amore”, Mina, pur continuando a chiamarlo “amore”, lo lascia! La richiesta è stata esaudita.

Il canto è finito. C’è solo un drammatico parlato di Adriano; non c’è nemmeno quella sorta di consolazione del “non far si che i nostri giorni siano stati inutili” di Mina, perchè c’è il buio più totale di “tra un anno avremo già dimenticatooppure”. Come? C’è un “oppure”?

oppure aiutami a capire, dimmi, che tutto quanto è sbagliato”.

C’è il colpo di scena? C’è la richiesta di un aiuto perché, insieme, possa prevalere la coppia, con le sue difficoltà e risorse? Si può riprendere il testo dall’inizio, e rivedere quel “tutto sbagliato”, incominciando dall’ “ogni decisione presa discutibile”? In fondo, sono ancora capaci di arrivare a prendere decisioni (anche se poi le ridiscutono…).

Stefano

Natale allo zenzero

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E’ la sera della Vigilia di Natale: prima di andare a Messa, l’esperto della canzone del Betania’s fa un salto al bar per gli immancabili auguri; e stavolta, quando entra, canticchia “per fare una canzone di Natale non basta un argomento natalizio, ma occorre un ingrediente più speciale: lo zenzero”.

Non mancano i commenti del gestore e dei clienti: “incredibile! Canti una canzone composta dopo l’anno 2000”. E lui allegro ribatte: “Caspita! Serve anche l’allegria e l’ironia di Elio”; ma poi l’esperto si fa improvvisamente serio: “Natale allo zenzero” m’è sempre piaciuta.. è allegra, orecchiabile.. provocatoria nel suo “ma chi l’avrebbe detto che lo zenzero in fondo è il vero fulcro del Natale, non il presepe non Gesù Bambino, ma lo zenzero!” Certo, Elio è provocatorio… ma appunto è Elio!

Non sapete cosa mi ha detto un amico circa una recita di Natale che ha visto alle scuole elementari: una recita che riguardava il confronto fra l’albero di Natale “vero” e quello di plastica; l’argomento della recita era l’ecosostenibilità ! Mi è tornato in mente qualche anno fa quando ho visto, nel paese dove lavoro, i bambini cantare davanti al presepe in piazza “lo stelliere”: orecchiabile, ma cosa c’entra col Natale?

Posso capire che occorra confrontarsi col “laicismo”.. ma qui si prende il Natale, lo si svuota e lo si riempie con tutt’altro!

Mi sto rendendo conto sempre più quanto il Natale non sia “scontato”, quanto sia grande questo dono e quanto rilievo occorra dare al tempo per prepararsi ad accoglierlo, con l’Avvento, e con la novena: com’è stata bella in parrocchia, con le domande, le riflessioni ed i sorrisi.

Ed allora, consci di questo, con Elio cantiamo “tanti auguroni allo zenzero” (e “diciamoci l’un l’altro eupepsia”).

Stefano Vanoli

Vita. Palle di Natale all’Istituto Tumori.

PALLE DI NATALE (SMILE! IT’S CHRISTMAS DAY) è la canzone di Natale realizzata dagli adolescenti de “Il Progetto Giovani” (http://www.ilprogettogiovani.it) della Pediatria Oncologica della FONDAZIONE IRCCS – ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI di Milano.

Qui il potere della Musica che unisce, della Musica che guarisce un (T)UMORE! 🙂

Da ascoltare preferibilmente a TUTTO VOLUME.

Pillole di misericordia. Mia Martini (2)

miaProponiamo di emozionarci con un’altra canzone di Mia Martini. E’ una Preghiera nel titolo e nel testo, di Stefano Rosso. E’ una canzone da leggere, più sotto abbiamo trascritto i versi, e da ascoltare per la voce nitida e garbata dell’interprete e per l’arrangiamento “mozzafiato” di Luis Bacalov (Luis Enriquez). E’ stata pubblicata proprio quarant’anni fa e pensiamo non sia peccato annoverarla tra le nostre “Pillole di misericordia”. “…Io chiedo solamente: di me non ti scordar. Ma l’uomo non capisce e cosa fa? Ha il mare in tasca e l’acqua va a cercar…” Ricorda E mi sorprende di Sequeri: “Ma Tu Signore ricorda sempre di non lasciarmi solo, anche se io qualche volta mi scorderò di Te”. Troppo ardito il richiamo?

Clicca qui per ascoltare Preghiera

Finché tramonta il sole                                                                                                                             finché la terra va                                                                                                                                           tu dona o mio Signore

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