Finalmente reazionari

Ieri sera una persona di cui il quoziente intellettivo è facile stimare (per eccesso) è salita su un famoso palco e ha dato luogo ad una performance a dir poco povera. Povera per contenuti, abilità e bravura.

Peccato che il tapino abbia pensato di ovviare a questa generale miseria con una provocazione.

Qui di seguito riportiamo integralmente la reazione del Vescovo della località nella quale questo triste spettacolo è andato in scena.

Finalmente! Una boccata d’aria buona.

Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso.

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Anche Dio fa quello che può

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Qualche giorno fa ho partecipato a un incontro del “gruppo famiglie” della mia parrocchia.

A valle della lettura e meditazione della famosa parabola della “casa sulla roccia” (Mt 7, 21-27), il sacerdote che guidava l’incontro ha posto alcune domande tra le quali la seguente: “Come leggo gli eventi belli e brutti della vita? Che senso tendo ad attribuirgli?”

Il momento di condivisione è stato decisamente partecipato e la maggior parte degli interventi vertevano sullo spaesamento che si prova di fronte alla sofferenza propria e altrui.

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Cani e gatti preferiti ai figli: W il Papa!

Meglio fare figli o adottare un cane? - Catia Pierotti

Grande, grande, grande Papa Francesco!

Nella prima udienza generale dell’anno, riflettendo sulla paternità di Giuseppe e più in generale sull’adozione, mette a nudo un paradosso dell’attuale “main stream”.

“L’altro giorno, parlavo sull’inverno demografico che c’è oggi: la gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti … Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli. Sì, fa ridere, capisco, ma è la realtà. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci sminuisce, ci toglie umanità.”

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Luca, il “bravo medico”

Oggi 18 Ottobre ricorre la festa di San Luca, uno dei miei santi ed evangelisti preferiti.

Luca (o Lucio) è greco (probabilmente di Antiochia).

Non ha conosciuto direttamente Gesù (come noi), ma se ne innamora ascoltando la Buona Novella raccontata dai testimoni.

E vuole approfondire. Intervista le “fonti dirette” (apostoli e discepoli), compresa Maria, da cui apprenderà notizie preziose sull’infanzia di Gesù (arricchendo quindi il Vangelo di Marco, ripreso in larga parte nel suo primo testo).

Rimane accanto a Paolo durante il secondo e terzo viaggio missionario di quest’ultimo. A Gerusalemme è testimone dell’arresto di Paolo che poi accompagna nel trasferimento da Cesarea di Palestina a Roma. Durante la seconda prigionia romana, è l’unico a rimanergli a fianco.

La tradizione ce lo consegna come un medico. Tre sono gli indizi che confermano questa tesi.

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La bruna e la bionda

25 Novembre, santa Caterina da Alessandria. Martire. E anche giornata contro la violenza sulle donne. Un caso? Chissà…

Mentre ci riflettete seduti comodamente al nostro bancone, scelgo per voi un libro dalla mensola della biblioteca del bar. “Le rose di Atacama”, Luis Sepulveda. Uno dei miei scrittori preferiti. E aprendolo all’ultima pagina…

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Speranza laica

La democrazia si rafforza se le istituzioni tengono viva una ragionevole speranza”.

(Sergio Mattarella, dal discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, 31.12.2019)

Oggi mi rendo conto di aver latitato tanto da questo blog…!

Così ritorno ad affacciarmi ad esso scegliendo questa frase che Mattarella ha pronunciato nel tradizionale discorso di fine anno agli italiani.

Mi ha colpito perché mi sembra così bella e così vera.

Chi crede parla spesso della speranza cristiana, quella speranza ragionevole, quella speranza certa che poggia in Uno che è presente.

Credo che ci sia bisogno oggi anche di una speranza laica, ragionevole, che dia alla società gli elementi per avere fiducia nel futuro e poter sentire il sostegno di chi ci governa. 

Aiuto! Per me continuare a sperare è diventato arduo.

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato all’unanimità un emendamento presentato dal Partito Democratico per vincolare la sepoltura degli embrioni “esclusivamente alla esplicita richiesta della donna o di chi è titolato alla decisione”… LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

 

Gli animali d’affezione potranno essere sepolti accanto ai padroni, anche nella tomba di famiglia.

Lo prevede la nuova legge regionale lombarda sulle attività funebri che è stata approvata oggi nella sede del Consiglio Regionale della Lombardia. LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

 

 

Spiedini.

“Noi ci alzeremo in piedi”

San Giovanni Paolo

E ci restiamo, visto il dilagare di questa strage nazista! E ci restiamo, nella Giornata della Memoria.

Berlicche

Il governatore di New York Cuomo ha stabilito, per celebrare la nuova legge che consente tra l’altro l’aborto in alcuni casi fino alla nascita e la possibilità che a praticarlo siano anche non-dottori, che la cima dell’One World Trade Center sia illuminata di rosa.

Se avete gioito alla notizia, e tuttavia questa immagine vi fa impressione, dovreste chiedervi perché.

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“Siamo autorizzati a pensare”.

Siamo autorizzati persino a pensare” ha ripetutamente esortato l’Arcivescovo di Milano Delpini nel suo  Discorso alla Città di Milano per la Patronale di sant’Ambrogio 2018. Affermazione tutt’altro che scontata durante una Dittatura Del Pensiero Unico che stiamo controvoglia sopportando.

Con questa premessa e senza altri commenti diffondiamo il Comunicato che segue, di don Luigi Fabbri, vicario generale della Diocesi di Viterbo. L’argomento? La censura di Gesù Cristo come Parola e come Persona.

COMUNICATO STAMPA della CURIA VESCOVILE della DIOCESI DI VITERBO n. 20/2018 del 14.12.2018
DICHIARAZIONE del VICARIO GENERALE della DIOCESI DI VITERBO
Canto di Natale nella scuola di Tuscania
Sollecitato ad esprimere un parere su quanto accaduto in una classe della Scuola Elementare dell’Istituto Comprensivo “Ildovaldo Rodolfi” di Tuscania a proposito del nome di Gesù che una insegnante ha tolto dalla canzone di Natale e sostituito con la parola “laggiù” forse per non offendere la sensibilità dei “vicini di banco” non cattolici, come comunità ecclesiale condividiamo lo stupore e la meraviglia delle famiglie, delle Istituzioni Civili e di quanti faticano a capire la logica di una scelta didattica che contraddice il ruolo stesso della Scuola, chiamata ad offrire un’educazione aperta ed inclusiva e non esclusiva soprattutto di ciò che costituisce la nostra identità e le nostre radici più profonde.
Ricordiamo che l’integrazione è un dovere, ma, come ha affermato recentemente Papa Francesco, “nella misura in cui non sia una minaccia contro la propria identità”.
Scelte di questo genere riteniamo siano offensive proprio di Continua a leggere