Segnaliamo un articolo eccezionale di Antonio Socci che tratteggia con grande “mestiere” di giornalista e di cristiano la questione scabrosissima della precarietà della nostra vita con la indispensabile speranza nella salvezza.
Speriamo in una guarigione per Sergio Marchionne anche se sappiamo che non è facile, perché è in gravi condizioni . Di sicuro però è calato di colpo il sipario sul suo ruolo pubblico in quel mondo che una volta era la Fiat degli Agnelli: “Sergio non tornerà più”, ha scritto John Elkann, presidente di Fca, in una lettera ai dipendenti.
Al di là, dunque, dell’evoluzione clinica del suo caso, abbondano i commenti e le considerazioni sulla fine dell’era Marchionne nella Fca. Ma c’è una verità che – in questi casi – resta sempre “non detta”, perché è scioccante e mette tutti noi con le spalle al muro.
La parola alta e luminosa di Blaise Pascal ci immerge immediatamente nelle fondazioni esistenziali della fragilità. «L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura, ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quando l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe anche allora più nobile di ciò che lo uccide, perché egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui. L’universo non ne sa nulla».
La fragilità negli slogan mondani dominanti è la immagine Continua a leggere →
Non ci sono che tre tipi di uomini: quelli che, avendo trovato Dio, lo servono; quelli che, non avendolo trovato, s’impegnano a cercarlo; e gli altri, che trascorrono la vita senza trovarlo e senza averlo cercato. I primi sono ragionevoli e felici, gli ultimi sono folli e infelici, quelli in mezzo sono infelici ma ragionevoli.
Riceviamo dal nostro Stefano Vanoli, in vacanza montana a Belluno con la famiglia. Si tratta di un commento alla Messa vigiliare dell’Assunta, Rito romano.
«Gesù oggi ci dice che Egli è venuto a mettere “il fuoco sulla terra”. la “divisione” che contrasta con una “pacifica pace”.
Per camminare, commenta Papa Francesco, “è necessaria quella inquietudine che lo stesso Dio ha messo nel nostro cuore e che ti porta avanti a cercarlo”. E’ un’inquietudine diversa da quella dei turbamenti che fanno “cucinare i sentimenti nel brodo dell’amarezza”.
Dio viene in cerca dell’uomo con la vera inquietudine che è vita dell’anima, ansia di ricerca, ardore d’amore. Diceva lo scrittore francese Julien Green: “Finché si è inquieti si può stare tranquilli”.»
Condiviso con gli amici Anna e Stefano B. di Roma, riceviamo un pronto commento:
“Cari, chiediamo insieme aiuto a Maria affinché l’inquietudine ci sproni a cercare il Volto del Padre e non diventi turbamento che ci allontana da Esso.”
Leggendo l’articolo seguente non ho creduto ai miei occhi!… In quale lontana galassia staziona l’Irlanda?!
E apprendere che il Giudice dell’Alta Corte irlandese si chiami “Justice” mi ha in qualche modo riconciliato con la cosiddetta Giustizia Umana… Speranza nell'”Avvenire“!
SILVIA GUZZETTI
Un bambino non nato può contare su diritti che non sono soltanto quello alla vita e che vanno presi seriamente dallo Stato. Lo ha stabilito un giudice dell’Alta Corte irlandese, Mr. Justice Richard Humphreys, durante una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un cittadino nigeriano che rischiava di essere deportato.
Poiché l’uomo era il padre di un bambino che doveva ancora nascere, concepito con la sua partner irlandese, il giudice ha deciso di fermare la deportazione. La sentenza ha fissato, in questo modo, il diritto del futuro bambino non soltanto a venire al mondo ma anche a poter contare sul suo papà. Continua a leggere →
Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce: lo vediamo in mille cose. Io affermo che il cuore ama naturalmente l’essere universale, e se stesso naturalmente, secondo se si volge verso l’uno o verso l’altro, o se si
indurisce contro l’uno o contro l’altro, a propria scelta. Avete respinto l’uno e conservato l’altro: amate voi stessi per ragione?
È il cuore che sente Dio, e non la ragione. Ecco che cos’è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione.
La fede è un dono di Dio: non pensiate che diciamo che è un dono del ragionamento. Le altre religioni non dicono questo della loro fede: offrivano, per arrivarci, soltanto il ragionamento, il quale però non ci conduce. Quanta lontananza c’è tra conoscere Dio e amarlo!
(Blaise Pascal, Pensieri, 277-280, tr. Luisa Collodi, Roma, Newton Compton 1993)