Gruppo d’ascolto. Il granello di senape e il lievito.

750 grani di senape per 1 grammo di peso.
750 grani di senape per 1 grammo di peso.

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

Mt 13, 31 – 33

COME POSSIAMO AIUTARCI?

  • Declino la mia fede nell’esercizio della carità umile, silenziosa, capace di presenza e di attenzione verso i piccoli (i poveri, i bambini, gli anziani…)?
  • So ringraziare il Signore per il bene sorprendente che vedo intorno a me e che ha Dio come autore?
  • Ho la coscienza di possedere una fede piccola, eppure preziosa per guardare Dio, all’esistenza e ai fratelli in modo differente e non solo secondo criteri mondani?

 

 

Gruppo d’ascolto. La zizzania.

la-parabola-della-zizzania24 Un’altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? 28 Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? 29 No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

 Card. Angelo Scola, “Il campo è il mondo” – lettera pastorale 2013-2014 (cap. 2)

L’insegnamento di Gesù è ricchissimo. Qui possiamo sottolinearne solo qualche elemento.

All’origine c’è il buon seme

Il punto di partenza è chiaro, inequivocabile: «Un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo» (Mt 13,24). Prima di tutto c’è l’iniziativa buona di un Altro. Non possiamo mai dimenticare quest’origine buona che ci precede Continua a leggere

Gruppo d’ascolto: il buon ladrone.

ladroneSettimo incontro del gruppo d’ascolto (Lc. 23, 32-43)

Qui stupisce la profonda comunione di Gesù con i peccatori: non distingue più se stesso e il proprio destino da quello dei peccatori. Gesù si è fatto peccato. L’abbassamento ha raggiunto il suo vertice. Solo contemplando questo mistero intuiamo che cosa sia la misericordia di Dio.

Stupisce l’amore per il nemico che qui si realizza. Che cosa ama nel nemico? Non ciò che fa o ha fatto, ma il suo destino, cioè ciò per cui è fatto. Se ciò per cui è fatto è Cristo allora non è un nemico!
Continua a leggere

Gruppo d’ascolto. Zaccheo.

logo anno della misericordia Sesto incontro del gruppo d’ascolto. (Lc 19, 1-10) Gesù accoglie la disponibilità di Zaccheo. Zaccheo diviene disponibile quando capisce di aver bisogno. “Gesù è disponibile alla sua disponibilità.” (dagli appunti preparati per noi da don Fabio)

Insieme alla parabola del Samaritano e del padre misericordioso questo racconto si può considerare un “Vangelo nel Vangelo”, nel senso che ne esplicita gli elementi fondamentali.

Il centro è “il desiderio di vedere” di Zaccheo Continua a leggere

Ancora il fariseo e il pubblicano: una prospettiva originale.

CristoRiceviamo dal nostro Giordano il suo commento al più recente gruppo d’ascolto:

(Lc. 18, 9-14) 9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Dopo aver letto il testo del sussidio diocesano e due o tre altri trovati in rete, ho deciso di seguire la traccia di un articolo comparso nel 2008 su Tracce. L’autore è Josè Miguel Garcia, di cui parecchi anni fa ho letto un libro, che mi aveva interessato molto: ‘La vita di Gesù nel testo aramaico dei vangeli’.
Nel brano che abbiamo davanti Garcia individua una difficoltà: quello che conosciamo dei farisei rende poco probabile che uno di essi tollerasse la compagnia di pubblicani, meno che meno quando saliva al tempio per pregare; essi evitavano con cura scrupolosa il loro contatto. Il nostro testo, d’altra parte, non dice mai esplicitamente che i due uomini si recarono insieme Continua a leggere

Gruppo d’ascolto. Il fariseo e il pubblicano.

lassù qualcuno mi amaQuinto incontro del gruppo d’ascolto (Lc. 18, 9-14)

Le opere del fariseo sono vanificate del giudizio spietato nei confronti del pubblicano: amore di Dio e amore per il prossimo sono strettamente uniti.

C’è il verso di una poesia di Peguy che, paradigmaticamente, definisce il messaggio di questa parabola: ” Le persone «oneste» non si lasciano bagnare dalla Grazia.”

9Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

COME POSSIAMO AIUTARCI?

  • Abbiamo momenti in cui ci rivolgiamo a Dio con fiducia, mettendo nelle mani del Signore la nostra vita e riconoscendo la verità della nostra esistenza?
  • La grandezza della vita spirituale si misura proprio dalla coscienza della propria debolezza e dei propri peccati. Ci sentiamo bisognosi di Dio e della Sua misericordia?
  • Spesso le persone religiose assumono l’atteggiamento di essere giudici del male commesso dagli altri. Corriamo anche questo rischio?
  • Abbiamo sperimentato l’infinita bontà del Padre che ci ha accolti, abbracciati e toccati?

 

Gruppo d’ascolto. Lazzaro e il ricco.

ascolto 4Quarto incontro del gruppo d’ascolto. (Lc. 16, 19-31).  Argomento non facile. Ci è ricordato che si tratta di una Parabola, il suo scopo non è quello di descrivere la vita dopo la morte.

Qui il Signore ci chiede di aderire a Lui liberamente.

Poi la scoperta dell’infinita misericordia del Padre non può che diventare attenzione ai poveri, altrimenti è vuota retorica. Occorre abbandonare la propria logica per abbracciare quella del Padre che è tutta improntata alla Continua a leggere

Gruppo d’ascolto. Il Padre misericordioso.

Peanuts gruppo ascolto 2Terzo incontro del gruppo d’ascolto, terzo brano proposto da Luca. Ancora dal capitolo 15, il cosiddetto “cuore del terzo Vangelo”. Ecco “Il Padre misericordioso”. (Lc. 15, 11-32)

C’è di mezzo un’eredità. Pretesa e ottenuta anticipatamente. E “regolarmente” dissipata. E c’è da fare i conti con un fratello, il primogenito, uno “regolare”. Ma il Padre non fa i conti: è misericordioso. O prodigo, “inzigherebbe” uno dei Nostri… Così si mette male. Con un finale aperto tutto da meditare.

11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla.17Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». 20Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso».31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».

COME POSSIAMO AIUTARCI?

  • La parabola mostra un duplice pericolo: quello di perderci fuori casa ma pure in casa. Ci rispecchiamo nel figlio maggiore o nel figlio minore?
  • I due figli rivelano che è possibile vivere la relazione col padre, cioè con Dio, solo in termini “economici”, di scambio (io ti do e tu mi dai). Percepiamo questo pericolo nella nostra relazione con Dio?
  • Abbiamo sperimentato l’immensa misericordia di Dio che ci ha toccati, abbracciati, accolti?

Gruppo d’ascolto. La pecora e la dracma smarrite.

misericordia PeanutsSecondo incontro del gruppo d’ascolto, secondo brano proposto da Luca.

E’ colto dal capitolo 15, uno dei più famosi, chiamato “il cuore del terzo Vangelo”.

Si tratta de “La pecora e la dracma”. (Lc. 10, 1-10)

Una realtà posseduta e poi persa e poi ritrovata provocando un’immensa gioia e una grande festa.

Il protagonista è sempre Dio. L’unità tematica è la gioia di Dio.

1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 3Ed egli disse loro questa parabola:
4«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?5Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta». 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.

8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto». 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

COME POSSIAMO AIUTARCI?

  • L’esperienza della fede è sentirsi amati e cercati da Dio. Sentiamo che il Signore non smette di cercarci? In quali occasioni sperimentiamo questa ricerca?
  • La misericordia è ricerca, attenzione, cura. Se sperimentiamo questo, sappiamo offrire agli altri quanto abbiamo ricevuto da Dio?

Gruppo d’ascolto: Il buon Samaritano.

vignette_c_1okRiprendono nelle nostre case i Gruppi d’ascolto della Parola.

Tolte le erbacce – ed è operazione mai finita perché rinascono sempre – bisogna nutrire il seme. Qui entrano in campo «i buoni maestri e i buoni esempi». È vero. Non si coltiva quell’apertura originaria ragionandoci su; si ha bisogno di vedere persone aperte, persone che insegnino a guardare, educatori.

Il “Maestro” di quest’anno è Luca con alcune delle sue pagine più belle.

Le “Persone aperte e gli educatori“? Può essere chiunque entri in casa nostra, col cuore disponibile.

COME POSSIAMO AIUTARCI?

Luca 10,25-37: “Il buon Samaritano”.

25Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». 26Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».27Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza econ tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Continua a leggere