guerra
Pace e lavoro. Mondo più giusto e più umano.
“Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me: e soprattutto la mia qualifica di ex nemico, che mi fa considerare come imputato (…). Signori Delegati, grava su di voi la responsabilità di dare al mondo una pace che corrisponda ai conclamati fini della guerra, cioè all’indipendenza e alla fraterna collaborazione dei popoli liberi. Come italiano non vi chiedo nessuna concessione particolare, vi chiedo solo di inquadrare la nostra pace nella pace che ansiosamente attendono gli uomini e le donne di ogni Paese che nella guerra hanno combattuto e sofferto per una meta ideale. (…) E’ in questo quadro di una pace generale e stabile, Signori Delegati, che vi chiedo di dare respiro e credito alla Repubblica d’Italia: un popolo lavoratore di 47 milioni è pronto ad associare la sua opera alla vostra per creare un mondo più giusto e più umano.”
Dal discorso del presidente del consiglio Alcide De Gasperi alla Conferenza di Pace di Parigi, 10 agosto 1946
Ricordiamo che di De Gasperi è in corso la causa di beatificazione.
A noi spetta seminare il bene.
Anche pregando per gli sconosciuti.
Continuiamo volentieri, con il supporto autorevole di MARINA CORRADI, a pubblicare BUONE NOTIZIE.
Caro Avvenire,
sto leggendo in questi giorni un libro che racconta le vicende belliche svoltesi non lontano da qui, sul Monte Ortigara, il grande altopiano che si affaccia sulla Valsugana, durante la Prima guerra mondiale. Che macelli ci sono stati lassù! E gli uomini – o meglio, gli uomini dei gruppi di potere – continuano quei macelli. Mosul li ricorda tutti! Ma a noi spetta di seminare il bene, e lo possiamo fare in ogni momento. A me capita anche di fare questa esperienza: quando dalla finestra vedo passare una persona, anche sconosciuta, rivolgo al Padre una preghiera per quella persona, per tutte le sue necessità, che solo Dio conosce bene.
Antonio Giacomin, Belluno
Le ultime cinque righe di questa lettera da Belluno mi sono rimaste in mente. Chiusa la lettera – scritta a mano, vergata in bella calligrafia da un insegnante in pensione – ho continuato a pensarci. Il signor Giacomin, antico amico di Avvenire, legge un libro sulle tragedie della Prima guerra mondiale, che sui monti del Nordest è stata come ben si sa un massacro di giovani soldati. Ne resta impressionato – mi pare di vederlo, la sera, chiudere le pagine del volume con un sospiro pesante – e pensa come la Storia ineluttabilmente ritorni e si ripeta, a un diverso grado di longitudine e latitudine, e sempre gli uomini in qualche angolo del mondo si affannino ad ammazzarsi. Il signor Antonio constata la ampiezza e la gravità del male in cui viviamo immersi, e però non se ne lascia sopraffare. Continua a leggere
Fragments #111
Dieu a créé l’homme
et l’homme il a créé la guerre.
Alors Dieu lui a donné la paix,
qui est la guerre contre la guerre
©Paul Lessanges
Tutte le guerre che non vediamo.
Ecco un nuovo orizzonte che Lidia ci propone di esplorare. Basta, a volte, un po’ d’occhio per cercare storie che non ci vengono raccontate; e basta un po’ di cuore per “indignarci”…
GIULIO ALBANESE
È diffusa l’idea che l’informazione ai nostri giorni, nel contesto della globalizzazione, sia diventata una sorta d’infallibile nuovo sapere.
Attraverso le sue molteplici enfatizzazioni, sui fatti e gli accadimenti che si verificano nel nostro povero mondo, vi è infatti la presunzione, da parte di vasti settori dell’opinione pubblica, di conoscere davvero come stanno le cose. Ecco che allora lo scenario dell’imbarbarimento Continua a leggere
Quando Madre Teresa disse: “Oggi il più grande distruttore della pace è l’aborto”
La mancanza di pace nel mondo nelle parole della futura Santa.
È straziante sapere che un sia stato un 12enne kamikaze ad aver provocato nei giorni scorsi circa 50 morti, in gran parte bambini, e un centinaio di feriti, durante una cerimonia di nozze a Gaziantep, in Turchia, vicino al confine con la Siria. “Chiediamo il dono della pace per tutti”, ha detto il Papa nell’Angelus di domenica scorsa. Ma dov’è la pace oggi in quella che sembra una spaventosa staffetta degli orrori che, senza sosta, ha colpito Siria, Nizza, Parigi, Bruxelles, Istanbul… Perché non c’è pace?
Una interpretazione, che seppur di decenni fa può risultare attualissima, la offre madre Teresa di Calcutta Continua a leggere
I ragazzi jihadisti di Tunisi.
Storia di Mohammed: un negozio saccheggiato … quindi la decisione di andare in Siria. La disperazione della famiglia. “Servono politiche di inclusione e un ruolo diverso dell’Islam nella società”. (Lidia)
«Illusi, ma nessuno li aiuta»
In seimila partiti per il Daesh. «Molti poi si pentono»
Francesca Ghirardelli
Nel mezzo della rivoluzione del 2011 Mohammed si era presentato a una stazione di polizia per denunciare il saccheggio del suo negozio: «Lascia perdere, non vedi che il Paese è nel caos?», gli avevano risposto gli agenti. Qualche tempo dopo era riuscito ad avviare una nuova attività, un Internet point con cui cercava di mettere a frutto gli studi universitari in informatica. Nel 2015, tuttavia, da un giorno all’altro, è stato sfrattato, i suoi affari sono andati a rotoli, e lui, scoraggiato, ha deciso di partire. Continua a leggere
Il sangue dietro il mondo digitale non è virtuale.
“I nostri tablet si basano su minerali estratti in Africa in miniere simili a gironi infernali. Stiamo almeno attenti al recupero dei dispositivi elettronici che scartiamo.” E’ la proposta di oggi che dobbiamo alla sensibilità della nostra Lidia.
di Fabrice Hadjadj
Tutti conoscono il mito, ma chi ne conosce la realtà?
Tantalo è immerso per metà in un fiume, sotto i rami di alberi da frutto; quando si china per bere, l’acqua si ritira; se stende le braccia i frutti si sottraggono; ed eccolo condannato a morire di sete in mezzo alla sorgente, mentre arde sempre di più dal desiderio che suscita in lui la promessa di refrigerio che gli sta davanti senza requie. Perché una tale condanna? Continua a leggere
“Cum grano salis”: rassegna stampa 14/2.

Cum grano salis: la rubrica settimanale dell’Informatore della Comunità Pastorale del Crocifisso Risorto di Saronno.
Perché ci si possa formare un giudizio, “ispirato” dalla nostra Chiesa locale, sull’attualità.
- Demografia: intervista a Blangiardo sulla popolazione in Africa come fattore di sviluppo (se pensiamo al nostro inverno demografico)
- Lettera di padre Ibrahim dalla città di Aleppo martoriata dalle bombe. “Siamo tribolati ma non schiacciati”.
- Cuba e l’incontro tra i Cristiani. Francesco e Kirill.
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