Matrix Resurrections: un timido segnale di speranza

Nel cassetto dei miei sogni, accanto a un viaggio in Harley Davidson lungo la Route 66 e a un tavolo da biliardo in casa, c’è un libro a mia firma sulla trilogia di “Matrix”.

Le tre pellicole uscite tra il 1999 e il 2003, dirette dai fratelli Wachowski, sono diventate oggetto di culto. Perchè? Per saperlo dovrete attendere il mio libro (se mai lo scriverò e se mai uscirà).

In breve: Matrix possiede la grandezza, la potenza e la profondità narrativa dell’epica, attinge a piene mani da temi, ambientazioni e modalità del mitico movimento Cyberpunk (di cui rappresenta forse l’ultimo rampollo), crea degli stilemi propri (il super slow motion, ad esempio, o i colpi di kung fu sferrati dominando lo spazio in tutte le sue dimensioni) che verranno poi copiati e riproposti tali e quali dalla cinematografia a seguire.

Ho parlato sin qui di trilogia. Perchè il quarto capitolo della saga uscito nel 2021, Matrix Resurrections appunto, sembra un apocrifo del sacro canone. Pure bruttino.

Però.

Però se è vero (come è vero) che gli Stati Uniti anticipano il pensiero, il comune sentire, le tendenze che si diffonderanno in Europa tra 10-15 anni, allora sono felice: intravedo un timido segnale di speranza. Di risveglio.

Nei 148 minuti di intrattenimento, nessun riferimento al cambiamento climatico. Nemmeno una coccola a un animale. Non una scena di sesso. Nessun bacio omosex. Anzi.

Matrix Resurrections rappresenta una parabola sulla forza dell’amore di coppia e di una coppia etero.

Quest’uomo e questa donna si sono scelti. E quando ci si è scelti non ci si dimentica dell’altro, nonostante il mondo giochi contro.

Quest’uomo e questa donna si sono appoggiati sulla fiducia reciproca e quando uno dei due credeva meno in se stesso ecco l’altro a dimostrargli fede granitica.

Di più: quando quest’uomo ha smesso di saper volare (letteralmente), questa donna ha imparato a farlo e ha tenuto su entrambi.

Tutto questo mentre il resto dell’umanità dorme o pontifica sui gattini (post credits scene di un’ironia maledettamente feroce).

Ecco, a chi da questo lato del mondo è stabilmente sulle barricate dell’ormai patologico Politically Correct, delle agende LGBT, animaliste, climatiche; a un’Italia dove il premio Strega viene vinto da “Spatriati”, libro immolato sull’altare della liquidità del sesso e dei sessi; agli appiattiti partecipanti della “grande marcia della distruzione intellettuale” (cfr. G.K. Chesterton), per i quali due più due non fa più quattro; a tutti gli anestetizzati accuditi e inebetiti dal main stream Neo e Trinity gridano: SVEGLIATEVI! Aprite gli occhi! Rientrate in voi stessi! Guardate il mondo per come è realmente!

Esiste l’uomo. Esiste la donna. I figli sono frutto della loro relazione. Tutto il resto è Matrix.

E non è casuale che l’araldo di questo messaggio sia proprio Lana Wachowski. Al secolo Larry.

Resurrezioni, in fondo.

Gabriele Guzzetti

Sopportarsi a vicenZa (ma anche a Crotone)

1Corinzi 13,4 L’amore tutto sopporta. Sembra un ossimoro ma è verità. Grazie amici!

Gli amici del blog Mienmiuaif (io e mia moglie in inglese de noantri) possono rappresentare me, Maurizio, e mia moglie “conversando” sulla gestione del frigo. Lei soffre di “orror vacui” io di razionalismo ragionieristico (rigorosamente: “first in first out”). Discutevamo, per la verità. Ho rinunciato io, sul frigo. Lei su chissà quante altre questioni. Pare non ci sentiamo defraudati dei nostri principî. (Se ci si appoggia troppo, ai principî, poi si piegano!) San Paolo docet. Provare per credere.

Mienmiuaif - Mia moglie ed io

di Pietro Antonicelli e Filomena Scalise (dal blog Sposi&Spose di Cristo)

“Ma te l’ho detto che è così, che tu non mi capisci, che lo shampoo antiforfora non va bene per lavarsi i piedi!”

Lui le rispose: “Ma che dici, mia madre lo faceva usare sempre a mio padre quando finivamo il sapone fatto in casa! E dovevi vedere che piedi puliti e profumati che aveva! Noi a casa mia… noi, eh eh… noi sì che sapevamo vivere! Non voi, anzi… non tua madre… che poi che ne capiva lei se era sempre fuori casa! Che ne poteva capire di shampoo antiforfora e rimedi economici e naturali!”

E la discussione potrebbe andare avanti così all’infinito! A rinfacciarsi cose assurde e a difendere posizioni indifendibili. Mariti contro mogli, che più che alleati nel bene, sembrano essersi sposati per avere qualcuno più vicino per poterlo insultare meglio.

Cosa succede? Forse è…

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Non ha a cuore solo l’immigrazione…

Secondo quanto riporta normalmente la stampa Papa Francesco avrebbe a cuore solo il problema dell’immigrazione.

Pare che, invece, le cose non stiano proprio così. Ha idee chiare, molto chiare, per i cattolici adulti troppo chiare, su famiglie arcobaleno, aborto, gender, eterologa ed eutanasia…

QUI  l’interessante articolo di UCCR del 17 giugno scorso da cui abbiamo ricavato la rassegna.

Il talento è solo l’amore.

L’amore è così: più ti doni e prendi il peso degli altri e più la tua vita sarà leggera, perché piena di senso. E’ la “chiave” del post che rilanciamo dal Blog amico Matrimonio cristiano. Donarsi senza risparmio realizza il vero Guadagno: sembrerebbe proprio una formula di Economia…

Matrimonio Cristiano

Oggi prendo spunto dall’omelia preparata dal mio parroco. Un’omelia che mi ha fatto riflettere molto e che. come sempre, cerco di fare mia, che sento rivolta a me, e che mi provoca pensieri e riflessioni personali che mi piace però condividere.

La parabola è quella dei talenti. Una tra le più conosciute e approfondite. Il mio don parte da una domanda: perchè Gesù ha sentito la necessità di proporre questa parabola?

La società in cui viveva Gesù era caratterizzata da una forte idea legalistica di Dio. Chi rispettava la legge, offriva sacrifici e la decima e partecipava alla vita religiosa del tempio era apposto. Non serviva altro. Questo era il più grosso peccato che Gesù rinfacciava a farisei e dottori della legge. Gesù va oltre questa mentalità malata e superficiale. Gesù ci dice altro. Ognuno di noi viene dotato di talenti. Tutti abbiamo questi talenti. I talenti sono l’amore di…

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Dare per dare

Anch’io sarei ragioniere… Lo sarei se la mia attività principale non fosse quella di artigiano. Ma comprendo appieno il ragionamento di Antonio. Tratta di un’altra delle circostanze in cui “la giustizia non esiste”,  e ci viene testimoniato che -starci dentro- santifica!

Matrimonio Cristiano

Io sono ragioniere. Ragioniere programmatore che è anche peggio. Sono abituato a giudicare le situazioni come fossero una partita doppia. Dare e avere, costi e benefici, valutare se l’investimento sia conveniente o meglio pensare ad altro. Così sempre in termini di profitto. Sempre pensare se ne valga la pena oppure no. In tutto quello che facevo c’era questa dinamica sbagliata. Il matrimonio ti ribalta. Se non vuoi fallire devi abbandonare questa logica. Devi uscire dalla logica del profitto. Quello che ti viene chiesto è un amore incondizionato, senza pretesa di contraccambio. Non è un baratto, altrimenti non sarebbe amore , ma una transazione commerciale. Un dare per avere. Invece dobbiamo dare semplicemente per dare, perchè già lì c’è il senso. Mi viene in mente quando alcune volte Luisa perde la sua consueta accoglienza e amorevolezza verso di me. Capita che per qualche problema sul lavoro o per qualche preoccupazione che…

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Il destino del mondo si può condizionare anche così.

BASTA UN CAFFE’

Alzi la mano chi non è pronto a giudicare la moglie o il marito. In tantissime situazioni siamo bravissimi a cogliere una parola di troppo, un qualcosa non fatto o fatto male, a vedere comportamenti che non ci piacciono. Tendiamo a giudicare sempre, perché forse la nostra attenzione è più focalizzata su noi stessi e su come veniamo trattati che sull’altro e come lo trattiamo. Sapete qual’è uno dei gesti d’amore più belli d’amore che mi ricordo fatto da mia moglie a me? Mi fece un caffè. Mi spiego meglio. Erano i primi anni di matrimonio ed io non ero sempre amorevole e tenero con lei (si può imparare ad esserlo). La trattai male su una questione dove avevo anche torto. Litigammo come capita a tante coppie e poi con il muso lungo me ne andai in camera sbattendo la porta. Dieci minuti dopo arrivò lei, con il caffè in una mano mentre con l’altra girava il cucchiaino. Me lo porse con tenerezza e se ne andò. Quel gesto mi lasciò senza parole e mi fece sentire tutto il suo amore immeritato , che andava oltre l’orgoglio, oltre la ragione o il torto e mi mostrò tutta la sua bellezza e forza, facendomi sentire piccolo piccolo. Finì subito tutto in un abbraccio e quel gesto me lo porto ancora dentro tra i ricordi più preziosi. Lei è riuscita prima di me e meglio di me a non giudicarmi ma ad amarmi e basta. L’amore è questo ed è bellissimo.

Antonio e Luisa

fonte: Blog Matrimoniocristiano.org 8/6/2017

Matrimonio: questione privata di equilibrio?

Pattini%20coppia“Come vi immaginate il matrimonio?” è la domanda che don Livio rivolge a Stefania, futura sposa, all’inizio del film “Casomai”.

Mi piace l’immagine che Stefania usa, quella di una coppia di pattinatori su ghiaccio che cerca di trovare un equilibrio e un’armonia nella danza su quelle lame instabili e su un terreno scivoloso.

A volte capita, nel vivere in due, che uno dei due possa inciampare e cadere e magari nella caduta trascinare con sé anche l’altro. E allora? Che fare? Credo che, a volte, toccato il fondo, basterebbe, con uno sguardo, riappropriarsi del passato condiviso per ricordarsi che, tutto sommato, forse si è ancora capaci di rimanere in piedi su quelle benedette lame instabili.

Giusto per chiudere il cerchio, vi giro la domanda che, alla fine del film, don Livio rivolge ai parenti e agli amici degli sposi:

“Ma, secondo voi, il matrimonio è un fatto privato?”

Amore o illusione?

9085Ecco un’altra delle serate al Betania’s bar: è partito Maurizio con una delle sue dotte citazioni (quella sui “matrimoni imprudenti”, tratta da “Le avventure di un uomo vivo” di Chesterton) e, fra i clienti che l’hanno ascoltata, c’è anche “l’esperto della canzone del Betania’s”. Lui ascolta, anche se non lo diresti; rimugina, e poi magari (non è detto che sia subito, perché ha i suoi tempi …ma nel bar ci si vuole bene così come si è) salta fuori con una “zampata”; certo, magari prima serve la “rampa di lancio” un po’ filosofica , ma poi la zampata arriva, sempre richiamando una canzone.

“Dicevi bene, Maurizio..bel richiamo, il tuo!” “E’ vero, non accosterei l’aggettivo “prudente” alla parola “matrimonio”; Continua a leggere