
Questa mattina la natura ha premiato il mio risveglio mattiniero con uno spettacolo molto particolare.
La pioggia della notte ha lasciato un buon odore di erba bagnata e ha reso ancora più vivido il verde degli alberi.
Mentre me ne sto assorta nei miei pensieri, qualcosa cattura la mia attenzione: un passerotto (credo fosse un codirosso), che se ne sta lì tutto solo (chissà perché mi viene in mente Leopardi) a cinguettare il suo canto, mentre si bagna le piume dentro la piccola pozzanghera rimasta.
E mentre mi perdo nell’osservare le sue abluzioni mattutine, ecco che arriva la femmina (gli studi di biologia saranno pure serviti a qualcosa).
Si guardano, si studiano, incominciano un girotondo; poi lui si allontana di un metro volando sulla recinzione e lei lo segue.
Un timido becco-becco e poi si allontanano di nuovo quasi spaventati da quel fugace tocco.
Lui continua ad emettere il suo richiamo; il suo canto d’amore, però, richiama anche qualcun altro.
Ad un tratto, infatti, arriva l’altro e la disputa avviene sul cornicione del muro: niente di violento, solo uno scontro di sguardi e cinguettii.
Poi l’altro se ne va e lui torna da lei, ma … lei non c’è più: mica sarà volata via con l’altro?
No, tranquilli, ecco che ritorna e ricomincia la danza: si avvicinano, si allontanano, si beccano e si parlano.
Alla fine se ne vanno volando insieme verso il sole che sorge (d’accordo, questo non è vero, ma permettetemi qualche licenza poetica).
Ora me li immagino a cercare il posto migliore dove costruire il proprio nido e deporre le proprie uova.
E mi sembra di sentire la voce di Tiziano Terzani che mi sussurra: “Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala”.
P.S.: tra l’altro ho scoperto che il codirosso è un animale monogamo e che sia il maschio che la femmina nutrono i piccoli dopo la schiusa delle uova. Quanto dobbiamo ancora imparare dalla natura!