Immagini come da lontano e una strana nostalgia.

Da Avvenire dell’altro ieri, da MARINA CORRADI che “canta”della Nostalgia spesso e con maestria. Ringraziando Silvia per la sua “Nostalgia canaglia” e per la sua sensibilità.

Navigando sul web, sul sito di un quotidiano imbattersi – dopo il dramma degli esuli della ‘Sea Watch’ e della ‘Sea Eye’, tra crisi della Carige e «prima gli italiani!» – in un video diverso. Aprirlo, guardarlo, guardarlo ancora. Quasi in una misteriosa nostalgia. Una videocamera nascosta in un bosco dell’Appennino parmense mostra il passaggio degli animali selvatici nell’anno appena finito, da una stagione all’altra. Non sono immagini insolite per gli amanti della natura, forse lo sono tra le cronache quotidiane. L’occhio tecnologico sembra essere stato posto lungo un sentiero battuto dalla fauna.

Apre la sfilata una volpe affamata, che si lascia dietro sul manto candido Continua a leggere

Quotidiano mistero.

…ormai Fausto lo conosciamo bene: se parla di profondo affetto intende proprio profondo affetto…

Che ricambiamo!

Un caro abbraccio a Voi tutti con profondo affetto.
FAUSTO CORSETTI

Un foglio bianco, non scritto, pronto; un tavolo che guarda lontano; una finestra che svela e nasconde: un mondo carico di messaggi, domande, interrogazioni, suggestioni per chi sa leggere e ascoltare. E accanto una sedia vuota, pronta, libera che attende.
Mille cose affollano questi spazi capaci di creatività, di parola, di suono, di luce, di colore. Molte più cose di quelle che servono.
Ma è sempre così: ogni capolavoro offre piccoli dettagli, è fatto Continua a leggere

IL nostro giardino.

Cari Amici, 

è primavera: è tempo di rinascere…
Un caro abbraccio a Voi tutti, con l’affetto e la simpatia di sempre.

Fausto Corsetti

Sentiamo che il nostro modo di vivere sta per cambiare, non solo il modo di vestire, che pure non è solo apparenza, ma proprio il nostro modo di posare lo sguardo sulle cose e il nostro atteggiamento nei confronti di quanto ci circonda e perfino nei confronti di noi stessi, del nostro essere intimo…
E’ primavera.
Il freddo invernale è giunto talvolta fino all’anima, ci ha Continua a leggere

“Se è per questa notte io non ho paura.”

SnoopyC’era tutto in quel paesino da niente. E mi ripeto che devo tornarci, devo ritrovarlo”. (Lidia)

Marina Corradi

Mi ritorna in mente con insistenza, da mesi, un piccolo paese di una valle del nord del Piemonte, dove forse quindici anni fa andai per Avvenire perché era allora un esempio di Italia invecchiata, con tanti anziani e pochi figli.
Mi ricordo che uscii dall’autostrada, percorsi una strada statale, poi vie sempre più strette e erte, che si arrampicavano a tornanti fra i boschi di castagni. Continuai a lungo, senza incrociare un’auto, con la sensazione di stare andando fuori dal mondo. A un certo punto costeggiai un piccolo lago, non so se artificiale o naturale, di cui mi sbalordì l’acqua: era straordinariamente pura, trasparente, tanto che la si sarebbe detta un pezzo di cielo caduto in terra. Era così incredibile il colore di quell’acqua che Continua a leggere

Se tornare alla terra è un po’ come ritornare a se stessi.

bianchiMizzega! (ops!) La nostra Lidia è sempre capace di sorprenderci. Nell’oceano delle pubblicazioni è riuscita anche oggi a “pescare” qualcosa di, quantomeno, originale… Ancora una volta grazie!

Il mattino lo sguardo sul mio piccolo giardino mi fa ritrovare me stessa.

José Tolentino Mendonça

Uno degli aspetti più interessanti del tempo ‘disincontrato’ in cui viviamo è il ritorno alla terra. Come società siamo passati per un processo di industrializzazione accelerata che ci ha portato lontano dalla natura e dalle sue espressioni. Oggi vediamo una generazione di giovani tornare ai campi, nel tentativo di scoprire uno stile di vita altro e un’economia diversa. Con il ritorno alla terra c’è anche un ritorno, diciamo così, a quel che la terra ci può dare di più autentico quando Continua a leggere

Il corteggiamento

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Questa mattina la natura ha premiato il mio risveglio mattiniero con uno spettacolo molto particolare.

La pioggia della notte ha lasciato un buon odore di erba bagnata e ha reso ancora più vivido il verde degli alberi.

Mentre me ne sto assorta nei miei pensieri, qualcosa cattura la mia attenzione: un passerotto (credo fosse un codirosso), che se ne sta lì tutto solo (chissà perché mi viene in mente Leopardi) a cinguettare il suo canto, mentre si bagna le piume dentro la piccola pozzanghera rimasta.

E mentre mi perdo nell’osservare le sue abluzioni mattutine, ecco che arriva la femmina (gli studi di biologia saranno pure serviti a qualcosa).

Si guardano, si studiano, incominciano un girotondo; poi lui si allontana di un metro volando sulla recinzione e lei lo segue.

Un timido becco-becco e poi si allontanano di nuovo quasi spaventati da quel fugace tocco.

Lui continua ad emettere il suo richiamo; il suo canto d’amore, però, richiama anche qualcun altro.

Ad un tratto, infatti, arriva l’altro e la disputa avviene sul cornicione del muro: niente di violento, solo uno scontro di sguardi e cinguettii.

Poi l’altro se ne va e lui torna da lei, ma … lei non c’è più: mica sarà volata via con l’altro?

No, tranquilli, ecco che ritorna e ricomincia la danza: si avvicinano, si allontanano, si beccano e si parlano.

Alla fine se ne vanno volando insieme verso il sole che sorge (d’accordo, questo non è vero, ma permettetemi qualche licenza poetica).

Ora me li immagino a cercare il posto migliore dove costruire il proprio nido e deporre le proprie uova.

E mi sembra di sentire la voce di Tiziano Terzani che mi sussurra: “Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala”.

 

P.S.: tra l’altro ho scoperto che il codirosso è un animale monogamo e che sia il maschio che la femmina nutrono i piccoli dopo la schiusa delle uova. Quanto dobbiamo ancora imparare dalla natura!