Sì: Francesca Del Rosso in Milan non usava termini come “è mancato…”, “è scomparso…” nemmeno “non è più tra noi”. Chiamava la morte morte.
Come il Suo cancro; non era il male del secolo, brutto male…
Non è un argomento piacevole da trattare al Bar? Ammetto: proprio no.
Tuttavia oggi Enrico Ruggeri ha ricordato a Radio24 la collega e l’amica con la pacatezza che gli è caratteristica e con la leggerezza che usava “Wondy” quando trattava del tumore che l’ha costretta a lottare per sei anni. Piace pensare non sia stata una lotta vana; la sua forza è stata contagiosa per molti. E’ per questo che proponiamo di riascoltare QUI: Francesca Del Rosso, la storia di Wondy.
ottimismo
Jesus’ blood never failed me yet.
Lo spunto viene dal Blog di Costanza Miriano, che ha ripescato da quello di Bombacarta, dove abbiamo vecchie conoscenze, un post su cui è bello riflettere…
Riportiamo alcuni commenti per invitare gli amici del Bar a darci retta 🙂 Ecco:
- “Ieri ho ascoltato il CD dall’inzio alla fine… che dire: in casa c’era il Natale.” (Maurizio)
- “Grazie Gian Luca. Il brano lo cercherò, mi ha incuriosita, proprio come Maurizio. Il tuo articolo ha coivolto la mia anima a tal punto da entrare nel silenzio, proprio come hanno fatto le persone presenti nello studio di registrazione. C’è qualcosa dentro di noi, a cui diamo poco spazio, ma che si fa sentire, quando prestiamo attenzione a piccoli, grandi segni, che lasciano solchi profondi. Nella voce di quel barbone splendeva un sogno, una speranza,una certezza e gli altri lo hanno percepito.” (Maria Pia Kr)
- “Le verità essenziali e autentiche arrivano dall’animo dei semplici. Forse non serve sapere che il ritmo cadenzato e ripetitivo, come quello della metrica classica o del rosario, invita all’ascolto perché dà sensazioni di benessere e di pace con la sua sintonia con il battito cardiaco, serve avere l’occasione di incontrare qualcuno che ne stia facendo esperienza di vita. L’occasione e la fortuna sono sempre nell’incontro con una persona.” (Rosa Elisa Giangioia)
Si ascolta l’intero brano cliccando sul link a fine articolo.
GIAN LUCA FIGUS
Qualche tempo fa ho incontrato un caro amico, Saverio. Saverio come me è appassionato di musica e ha una discreta collezione. Quel giorno, come in un laboratorio di BombaMusica “in nuce” (appena abbozzato n.d.B’sB), abbiamo scambiato opinioni e ascoltato qualche disco. A un certo punto lui tira fuori dal computer un brano di un perfetto sconosciuto (almeno lo era per me): Gavin Bryars. E non solo. Mi racconta una storia. Una strana storia…
Gavin Bryars è a Londra e cammina con in mano un registratore, lo fa per lavoro, deve catturare dei suoni per un film. Girovagando nei pressi di Waterloo Station incontra un barbone che con voce stentata ma profonda canta alcune frasi di una canzone. È una sorta di litania, sempre la stessa. E dice: “Jesus’ blood never failed me yet, there’s one thing I know, cause He loves me so…“. Continua a leggere