Il percorso che accende la Vita. Con Dante e Mina.

Una vita. Sconsolata da cui si vorrebbe fuggire.
D’improvviso l’irruzione di una presenza, una Presenza, questo Tu: “ma arrivi tu”, la rende completamente nuova, la rende gioiosa e così vera da far emergere la grande domanda che è: “Ti chiedo solo se mi perdoni”.
In questo c’è tutto il percorso della Divina Commedia. (Franco Nembrini)

La mente torna di Lucio Battisti – Mogol 1972

La mente va
Dove va
Chissà
Mi sento donna così
Come mai
Fuori c ‘è un mondo che
Ormai
Mi aspetta
Io lo so
Io voglio vivere
Anche per me,
Scoprire quel che c’è
Io voglio
Apro già la porta ma
Arrivi tu
La mente torna
Il cuore mio
Quasi si ferma
E intorno a me
Lo spazio immenso
Che persino io
Non ho più senso
Arrivi tu
Il mondo è acceso
Quello che era mio
Tu l’hai già preso
Non ci son più per me
Esitazioni
Ti chiedo solo se mi perdoni

Non mi saluti
Ti siedi
E poi
Apri il giornale
Non guardi più me
Mi lasci sola così
Perché io volo senza te
Io voglio vivere
Anche per me
Scoprire quel che c’è
Io voglio
Sono già decisa ma
Mi parli tu
La mente torna
Il cuore mio
Quasi si ferma
E intorno a me
Lo spazio è immenso
Che persino io
Non ho più senso

Mi parli tu
Il mondo è acceso
Quello che era mio
Tu l’hai già preso
Non ci son più per me
Esitazioni
Ti chiedo solo
Se mi perdoni

Omelia della Festa del Cristo Re.

(Photo credit should read ANTHONY WALLACE/AFP/Getty Images)

“Tra i primi Autori del Betania’s con le sue Omelie”. Lo scrivevamo solo ieri riferendoci a don Fabio Verga. Che oggi torna a condividere con gli amici del Bar la predica per la solennità del Cristo Re. Grazie! E confidiamo rimarrà…

I segni indelebili di uno sconfinamento.

Due Uomini incompatibili. Due poteri opposti. Due regalità diversamente orientate.

Pilato. Il potere politico. L’eleganza dei vestiti. L’oro sulla testa.
Una regalità ricca e sfarzosa.
Ma soprattutto la paura di perdere il prestigio e venire rinnegato dal suo popolo …

Gesù. Un potere senza apparenze.
Un uomo denudato degli abiti e della dignità.
E una condanna a morte già sentenziata; un uomo interiormente libero.

Perché?

La risposta è lì, Continua a leggere

Un incontro imbarazzante.

Scrivere “riceviamo e pubblichiamo” sarebbe perlomeno riduttivo. Anche aggiungendo un “volentieri” non renderemmo giustizia all’Amico Fausto. Anche oggi con garbo, quasi una poesia, ci permette di riflettere, profondamente, sul sacramento della Riconciliazione. Grazie! Attendiamo il tuo ritorno.

Perché troviamo tanta difficoltà ad accostarci al sacramento della Confessione, che è l’incontro con la Misericordia e il Perdono di Dio? C’è sempre una scusa pronta per rinviarlo. Un impegno improvviso, le scarpe strette, il mal di testa… Per un appuntamento così importante ci vogliono tempo e attenzione. E ci mancano l’uno e l’altra. Così prendiamo un appunto sull’agenda senza precisare la data.
E’ l’incontro che ci imbarazza di più: quello con Continua a leggere

Perdono? Missione difficile.

visto su “Riscritture”

Ecco FAUSTO CORSETTI: anche oggi ci ricorda che nella nostra vita chi conta è Gesù Cristo. Bello, necessario sentirselo ripetere. Grazie, ricambiamo stretto il tuo abbraccio.

Perdonare, facile a dirsi. I bambini maltrattati, le donne violentate, i forzati della droga, i sequestrati saranno capaci di tendere una mano ai loro persecutori? Figli e mogli di vittime degli anni di piombo lo fecero, e la coscienza (o l’epidermide) di molti si risentì.
Il perdono non va di moda. Anzi. Anche quando qualcuno ce la fa, c’è sempre chi non è soddisfatto: incapaci di perdonare, non gradiamo che altri ci riescano.
Ma non sappiamo nemmeno chiedere perdono. Perché non riusciamo a essere umili. Oggi vanno forte i vincenti, quelli che hanno sempre ragione e “non devono chiedere, mai”. E noi ci accovacciamo sottomessi, nel nostro piccolo mondo, a questi modelli giornalistici, cinematografici e televisivi: senza rendercene conto, diventiamo anche contagiosi nei confronti Continua a leggere

La Croce.

Cimabue, Crocifisso (dettaglio, dopo l’alluvione del 4 novembre 1966), 1280,
tempera su tavola, 390 cm, basilica di Santa Croce, Firenze

…Chi toglie la croce, chi non ricorda che la croce di Cristo è la fonte unica della salvezza e del perdono dei peccati, ancora oggi, è di ostacolo a Cristo. Deve mettersi dietro e non stare davanti a Gesù. Questo è il dramma di sempre della Chiesa, la tentazione di togliere la croce come fonte decisiva e insostituibile di guarigione e di perdono. …

Padre Maurizio Botta, commento al Vangelo del 3/9/2017

Umiltà. # 2

Un giorno domandarono ad un anziano la definizione di umiltà, ed egli disse: “E’ perdonare al nostro fratello che ci ha offesi prima che lui stesso ci chieda perdono”.

Un fratello domandò ad uno degli anziani: “Che cos’è l’umiltà?” L’anziano rispose: “E’ fare il bene a quelli che ci fanno del male”. Il fratello continuò: “Se non fosse possibile arrivare a tanto, che si deve fare?” L’anziano rispose: “Sfuggire quelli che ci offendono, e tacere.”

Apoftegmi, Serie di detti anonimi.
“Alle fonti con i Padri” – Ed. Città Nuova

Monsignor Delpini prete novello!

Condividiamo un documento abbastanza raro: risale al 1975.

Si tratta della partecipazione all’ordinazione sacerdotale di monsignor Delpini, allora ventitreenne.

Ma con le idee già chiare.

Il commento accostato all’immagine di Gesù che benedice e spezza il pane è rimasto per lui uno stile di vita:

“Concedimi di entrare nel Tuo donarti infinito silenziosamente, facendomi pane di perdono e cibo di vita.”

 

Scriveva qualche settimana prima:

“…vivo ritirato in questo grande seminario su questa meravigliosa collinetta studiando, pregando, pensando, preparandomi cioè per essere un buon prete capace di rendere presente Gesù che ama, aiuta e guida ogni uomo donando a tutti le consolazioni, la speranza e la fortezza per diventare uomini in gamba.”

 

Ancora auguri don Mario!

12 interminabili secondi di stupore.

L’Isis continua a colpire in Egitto la minoranza cristiana, come nella strage della Domenica delle Palme. La Tv accoglie il dolore delle famiglie delle vittime. Il messaggio è di perdono e speranza e spiazza anche il più noto giornalista musulmano.

“I cristiani egiziani sono di acciaio. Da centinaia di anni sopportano atrocità e disastri ma amano profondamente questa Terra.

Sopportano di tutto per la salvezza di questa Nazione.

Ma soprattutto: quanto è grande la capacità di perdono che avete?!

Se i vostri nemici sapessero non ci crederebbero.

Se fosse stato mio padre non avrei mai potuto dirlo.

Questa è la loro Fede, questa è la loro Religione.

Questa Gente è fatta di una sostanza diversa.

Naseem è un eroe, un martire, un grande esempio per tutti noi, per tutti coloro che stanno seduti e criticano il Paese.

L’Egitto va avanti grazie alla pazienza, la perseveranza e la resistenza di questa grande donna e dei suoi figli, in cui vive il padre, cresciuti per essere veri uomini.”

pubblicato su Youtube il 26/4/2017

Grazie a don Fabio per la segnalazione.

Perdono ma non dimentico.

Rembrandt “Ritorno del figliol prodigo” 1668 – Ermitage, san Pietroburgo

“Noi perdoniamo, ma in un angolo della nostra memoria conserviamo un po’ di rancore. Noi perdoniamo ma in un angolo dell’anima diventiamo diffidenti verso quella persona. Perdoniamo, ma non riusciamo più a fidarci come prima. È difficilissimo perdonare di cuore. Bisogna scommettere sull’uomo. Ancora. Bisogna scommettere non come atto d’istinto ma come atto di fede. Bisogna dare credito all’altro, in base non al suo passato, ma in base al suo futuro. Bisogna dare credito non per un atto di intelligenza ma per un atto di speranza. Noi non riusciamo a perdonare di cuore. La nostra pace tante volte assomiglia alla tregua di due contendenti che si fermano a riprendere fiato. Tante volte noi perdoniamo, ma conserviamo le offese come munizioni pronte per la prossima contesa. Perdonare di cuore implica una purificazione, una verginità della memoria.“

Ermes Maria Ronchi, sacerdote e teologo

 

L’abbraccio della Misericordia.

Jack Vettriano
Jack Vettriano

Anche il post che segue è una perla, scelta dallo Scrigno della Memoria della nostra Antonietta Porro e già pubblicata sul Bollettino della Parrocchia di san Giulio in Barlassina.

ANTONIETTA PORRO

Le piogge battenti delle scorse settimane hanno fatto riaffiorare alla mia memoria un episodio della mia infanzia, che ebbe per cornice un cielo altrettanto plumbeo e un diluvio altrettanto copioso.
Ero – mi si dice – una bambina tranquilla, ma quando ne combinavo qualcuna lo facevo in grande stile. Avrò avuto più o meno cinque anni quando, una mattina, la mamma mi chiese di stare buona in casa per dieci minuti, perché lei sarebbe uscita per una breve e urgente commissione in un negozio vicino a casa e, poiché pioveva a dirotto, avrebbe preferito che io non uscissi con lei (c’erano, allora, molte meno paure, e forse molte meno insidie, di quelle che oggi ci tormentano, e si poteva sempre contare sullo sguardo vigile di qualche vicino di casa). Naturalmente acconsentii; ma due minuti dopo Continua a leggere