Per certa pubblicità è già Natale.

L’insulsa giostra che accelera le stagioni, l’ha definita la nostra MARINA CORRADI su Avvenire di oggi.

A me viene in mente “O è Natale tutti i giorni o non è natale mai”, parola di Luca Carboni. Lui accenna a un “lusso di cartone” riferendosi ai pacchi confezionati della Vigilia. E si rende conto che il giorno in cui è nato Cristo “arricchiamo gli industriali” e “diventiamo più ciccioni mangiando panettoni“. Mentre il giorno che è nato Cristo, sospira, “dovremmo stringerci le mani” l’un l’altro facendo la Pace.

Sì, è un po’ ciò che sostiene la Nostra: la pressione commerciale contribuisce ad annullare il significato della Festività.

Caro Avvenire,

è proprio vero il luogo comune che recita: «Non ci sono più le stagioni di un tempo!». Parodiandolo ci sarebbe da dire: «Non ci sono più le ricorrenze di un tempo!». Fuor di metafora, vorrei segnalare attraverso il nostro giornale a tutti gli amici lettori quanto antipatica, e (forse) anche controproducente per gli interessati, risulti la pubblicità che, da alcune settimane (fine settembre), una nota casa produttrice di divani e poltrone, propina incessante ai telespettatori annunciando sconti per l’imminente Natale. Dice proprio così la propaganda: «È già Natale qui (e nomina l’impresa industriale)! ». Ovviamente c’è ampia libertà ormai su tutto, con casi anche più gravi di questo, ma per cortesia che il Santo Natale a fine settembre venga usato per incrementare le vendite di un sofà, mi sembra proprio eccessivo. Non so se questo mio parere possa essere condiviso.
Dino Levante Novoli (Lecce)

Anche io, ascoltando quella pubblicità, che peraltro passa in tv con ritmi ossessivi, ho avuto un leggero sobbalzo. “È già Natale”? A fine settembre? Ma ho fatto da soli tre giorni il cambio di stagione negli armadi, ho obiettato tra me, debolmente. Un po’ sgomenta, nel sentire il cenno di una nenia natalizia adesso, quando ancora così vicino è il ricordo dell’estate. È la medesima sensazione che mi prende quando entro negli Continua a leggere

Raccontiamola giusta! (3)

vietato-presepe1) Gesù non era un arabo, come viene sostenuto da più parti, nè tanto meno un “palestinese” ma più semplicemente un ebreo avente, per di più, una discendenza regale (Re Davide).

2) Maria e Giuseppe non erano profughi in fuga. Si dovettero spostare da Nazareth a Betlemme (circa 130 km, un po’ come andare da Roma a L’Aquila) per via del censimento indetto dall’imperatore romano Cesare Augusto.

3) Maria e Giuseppe non erano clandestini ma cittadini dell’Impero Romano.  Continua a leggere

Raccontiamola giusta! (2)

vietato-presepeDopo la caduta dei Savoia il Natale viene riconosciuto come festa anche dalla Repubblica Italiana con la legge 27 maggio 1949 n. 260: “E’ giorno festivo con l’osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici.”

Lo Stato laico riconosce la festività cattolica del Natale con una legge valida anche per la cosiddetta scuola “laica”.

False identità.

lima coverPresepio o trenino elettrico?

Grazie al blog amico di Berlicche.

Berlicche

Giusto per chiarirci: se il problema del presepe è l’identità, allora tanto vale sostituirlo con i trenini elettrici.

Il presepe è per ricordarci di un fatto avvenuto. Se no non tenterebbero di distruggerlo.
Fosse altro, l’identità fornita sarebbe falsa, perché quelli non saremmo davvero noi.

presepe-a-sorrento

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