Il Dio delle macerie.

L’articolo fresco di giornata che ci segnala Giordano, principe consorte di Lidia, è dirimente, con le sue argomentazioni, rispetto alla questione dell’autonomia delle cose del mondo rispetto a Dio. E la chiama col suo vero nome, senza giri di parole. Lo proponiamo alla libertà degli amici del Bar. Il mio contributo consiste nel riproporre la poesia dell’amico mons. Mario Delpini “Fino allo squarcio”. E’ come minimo pertinente.

 Il crocifisso ancora appeso dopo il crollo della chiesa di Sant’Egidio Abate a Cavezzo, Modena, nel 2012

Il crocifisso ancora appeso dopo il crollo della chiesa di Sant’Egidio Abate a Cavezzo, Modena, nel 2012.

PIERO VIETTI

La natura ci disprezza e il resto vien da sé. (The Zen Circus, “Canzone contro la natura”)

Dio è per noi rifugio e forza / aiuto sempre vicino nelle angosce. / Perciò non temiamo se trema la terra / se crollano i monti nel fondo del mare. (Salmo 45)

Dove era Dio, la notte del 24 agosto scorso, quando la terra del centro Italia ha cominciato a tremare, e sembrava non volesse più smettere? Dove era Dio, quando case, palazzi, paesi interi si sono sbriciolati, schiacciando sotto il peso delle pietre uomini, donne, anziani e bambini? Continua a leggere

Morte e umanità. Dov’è Dio e dov’è l’uomo.

Bouguereau

Interessante, ma l’importante è non dividersi, la prospettiva evidenziata dall’articolo che segue: Dio c’è sempre oppure il mondo “gode” di una propria autonomia; e in questo caso, allora, “dov’è l’uomo?”. Azzardo: in ultima analisi, l’interrogarsi su dove sia Dio e dove sia l’uomo potrebbero essere domande, non dico oziose, ma forse identiche…

“Molti cristiani oggi sono persuasi che il mondo abbia una propria autonomia da Dio, che siamo veramente liberi e che Dio non può costringerci né con il castigo né con il premio terreno e che quindi la vera domanda da porsi è “Dov’è l’uomo?”.

ENZO BIANCHI

Il giorno dei funerali delle vittime del terremoto è il momento in cui il dolore dei singoli assume una dimensione e una visibilità comunitaria, sociale. Nelle bare, che sono sempre troppe, insopportabilmente troppe, sono rinchiuse le speranze di chi è rimasto sotto le macerie e di chi da quelle macerie è uscito distrutto nei suoi sentimenti più cari.
In modo misterioso, i veri celebranti del rito funebre sono proprio i morti Continua a leggere

Chi ha paura delle preghiere per i morti?

Amici, una proposta per chi non segua regolarmente Costanza Miriano. E si può sempre rimediare… 🙂

Un accento sulla qualità eccellente delle persone, come Costanza, che ci spalleggiano nella “buona battaglia”! E chi ha più paura di chi ha paura delle preghiere per i morti?!

il blog di Costanza Miriano

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di Costanza Miriano

Sinceramente, dopo tutto il tempo passato a rimuovere bestemmie e offese surreali dal mio profilo facebook, ero tentata di lasciar cadere la faccenda, ma non lo farò, per due ordini di motivi. Il primo è che continua a sembrarmi preziosissimo pregare per le vittime del terremoto. Il secondo è che da questa assurda vicenda ho imparato alcune cose utili che vorrei condividere con chi lo desidera.

Per chi si era sanamente distratto dal mondo virtuale, riepilogo. La sera dopo il terremoto ero sul divano con tutta la famiglia, incollati a guardare i luoghi nei quali abbiamo trascorso le vacanze degli ultimi anni con gli amici più cari. Cercavamo volti e luoghi noti. Durante la giornata avevamo chiamato persone che erano ancora lì per capire se si potesse andare a dare una mano, ma la risposta, letterale, era stata: “la Protezione Civile sta cacciando tutti” (nel senso di…

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La terra sotto i piedi.

Terremoto.

Sarebbe bello computare all'”attivo”, in un ipotetico bilancio, una nostra benedetta conversione.

“qualcuno ci sta strattonando per avvertirci, ma non ci voltiamo. Siamo così…”

Berlicche

Siamo onesti, ci aspettavamo un disastro, una strage, ma non questa. Attendevamo una mano assassina, una bomba, ed invece è stata la terra che ha ucciso. Curioso come la realtà sia sempre altro, come i nostri timori e le nostre paure siano costantemente in ritardo su quello che accade. Il terremoto? Eravamo avvertiti. Sappiamo di vivere su rocce che si muovono, si sbriciolano, tremano. La nostra casa è sull’orlo di vulcani, il centro della nostra penisola potrebbe diventare una distesa di lava in qualsiasi prossimo momento. Ma è un futuro che non c’è, un futuro ancora irrealizzato e che perciò non esiste. Con certezza accadrà: ma non ce ne occupiamo.  Seduti in spiaggia leggiamo il giornale sportivo. Guidiamo incollati al muso della vettura che ci precede. Qualcosa avverrà, sì, ma non ora. L’orlo della nostra veste è tirato, qualcuno ci sta strattonando per avvertirci, ma non ci voltiamo. Siamo così…

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“Egli è qui!”

Il Campanile di Amatrice
Il Campanile di Amatrice

Mi scuso: ma insisto fondamentalmente per me…

“Quando ti senti solo cosa fai?

Lo cerchi.

Ti affidi al Crocefisso, come “quei muri appesi ai Crocefissi” in “Attimo”di Gianna Nannini.

E poi qualcuno ti indica che, se è vero che è risorto, è vero che è vivo.

E se è vero che è vivo, è vero che è qui. Sempre.

Come fai a non sperare?”

Proponiamo nuovamente il video “Egli è qui.”

A me ha fatto bene rivederlo.

“Tu dove stai?”

"Sia la Croce sorgente di forza e segreto di pace" Iscrizione nella chiesetta di S. Croce in Alassio
“Sia la Croce sorgente di forza e segreto di pace”
Iscrizione nella chiesetta di S. Croce in Alassio

“Lo diciamo tutti insieme a Dio: Signore tu parli, dici sempre le stesse cose, ma qui abbiamo perso tutto, ma Tu dove stai?Sembra – ha proseguito il vescovo D’Ercole – che “apparentemente non abbiamo ricevuto risposta ma appena si va a guardare si scorge, dietro la polvere, che il terremoto con la sua violenza può togliere tutto tranne una cosa: il coraggio della fede. E queste “non sono le solite parole convenzionali che noi preti diciamo, sono una scialuppa di salvataggio per chi si trova nel mare in tempesta, senza questa sorgente di fede saremmo in un lastrico di miseria abbandonato da Dio, perché oggi i riflettori sono accesi domani si spegneranno“.

“Bisogna salvare il Seme!”

guareschiNella sua omelia, monsignor D’Ercole ha anche citato un episodio con protagonista Don Camillo, il personaggio nato dalla penna dello scrittore Giovannino Guareschi.

“Dopo che un’alluvione aveva colpito la sua comunità, don Camillo si era rivolto così ai compaesani: ‘Fratelli, le acque tutto travolgono ma un giorno torneranno placate nel loro alveo, e splenderà il sole. E se avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede in Dio’.

Intanto la gente restava fuori, diffidente, come in questi casi, ma guardava il campanile. Le torri campanarie dei nostri paesi sono crollate, non suonano più, ma un giorno torneranno a suonare“.

Paolo VI dopo il terremoto del 1976 in Friuli.

…sono parole, sono Parole chiarissime, tremende e stupende che, nella circostanza, vorrei poter anche io ascoltare, accogliere, vivere. Perché alla perdita di tutto non si assommi nell’inventario la perdita di Dio. Dov’era Dio? Dio era, è, sarà proprio lì. “Il Signore dà. Il Signore toglie. Sia benedetto il nome del Signore!” Il post che segue, con le parole di papa Paolo, dà “ai cuori forti e agli uomini buoni” le ragioni, la Ragione, per riconoscere la Grazia. Proprio lì.

Una casa sulla roccia

web-paoloVI

«Noi non vogliamo dire di più davanti ai lutti e alle rovine dalle dimensioni tragiche, che sembrano superare ogni misura e rifiutare ogni conforto. Vogliamo comprendere e raccogliere in silenzio riverente il grido ineffabile di questa acerbissima pena. Ma una parola non possiamo tacere per i cuori forti, per gli animi buoni: niente disperazione! Niente cecità del fato! La nostra incapacità a dare una spiegazione, che rientri negli schemi abituali della nostra breve e miope logica, non annulla la nostra superiore fiducia nella misteriosa, ma sempre provvida e paterna presenza della bontà divina, che sa risolvere a nostro vantaggio anche le più gravi e incomprensibili sciagure».

Sono le parole di Paolo VI, pronunciate il 9 maggio 1976, pochi giorni dopo il devastante terremoto del Friuli.

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