Monaco metropolitano.

Thomas Darnell “Peonies cascade” pittura iperrealista

Con l’affetto di sempre, un caro abbraccio a voi tutti.

Fausto Corsetti

Nella società dei tempi folli, veloci, l’unica possibilità che abbiamo, per recuperare la nostra vita e sottrarci alla quotidiana sopravvivenza, è diventare protagonisti di una sorta di “monachesimo metropolitano”.
Una disciplina personale che dovremmo iniziare subito perché è sempre più urgente il nostro bisogno di una pausa, di una sosta.
Come i monaci potremmo iniziare a dedicare ogni giorno un po’ di tempo al Continua a leggere

Omelia don Giacomo. IV d’Avvento Ambrosiano.

Link alle Letture

Gran parte di questo episodio narra l’incarico dato dal Signore ai discepoli di andare a prendere un puledro. Il Signore ha bisogno di un puledro, lo userà e lo riconsegnerà, ma ha anche bisogno dei discepoli che vadano a fare questo per Lui. Così accade anche nei preparativi per l’ultima Pasqua della sua vita: i discepoli dovranno andare nella sala e preparala. E così anche in molte altre vicende del Vangelo dove il Signore appare tutt’altro che autonomo: usa la barca di Pietro e si ferma nella sua casa, occupa il terreno di un amico al Getsemani, viene ospitato da Lazzaro e Marta… Di tutto sembra avere bisogno, poche cose sono davvero solo sue –forse solo la tunica che indossa. Molto chiede in prestito, molto si fa ospitare e spesso ricorre alla buona volontà dei suoi: li manda a fare provviste mentre parla con la Samaritana, li invita a distribuire i pani che moltiplica… Insomma, da solo non avrebbe fatto quello che ha fatto e forse non sarebbe stato Gesù.

Questo Vangelo lo ricorda: “il Signore ne ha bisogno”. Ha bisogno del puledro come dell’aiuto dei discepoli perché il Regno che annuncia non avviene senza gli uomini, non accade senza che noi “prestiamo” qualcosa al Continua a leggere

VI domenica dopo il martirio.

Pieter Bruegel il
Vecchio Caduta di Icaro-
1558 ca Musées Royaux des Beaux Arts Bruxelles

Anche oggi don Giacomo Rossi ci offre la sua Omelia. E ci propone una domanda “cruciale” per la sera: “Oggi chi ho incontrato davvero?” L’avverbio, comprenderemo, orienta su umiltà e ricchezza. Niente di meno!

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Mi viene in mente quel foglietto che Martin Lutero aveva lasciato sul suo scrittoio poche ore prima di morire: “Siamo mendicanti. Siamo mendicanti, ecco la verità”.

Questa verità fa eco al testo del Vangelo, come alla scoperta di Giobbe: rimaniamo “semplici servi”, così sarebbe meglio tradurre l’aggettivo greco “acreios”. Il servo che ha lavorato tutta la giornata non è inutile al suo padrone. Così la nonna o il nonno che hanno messo al mondo figli, con fatica, non sono inutili –il mondo è andato avanti anche grazie a loro. Sanno che ora non possono più fare nulla e devono “lasciare andare” ciò per il quale si erano tanto spesi. Non sono loro i padroni di ciò per il quale hanno faticato, come non lo erano per le tante cose che hanno loro stessi ricevuto. Noi adulti, malgrado lamentiamo sempre una prossima “fine del mondo”, dobbiamo invece Continua a leggere

Perdono? Missione difficile.

visto su “Riscritture”

Ecco FAUSTO CORSETTI: anche oggi ci ricorda che nella nostra vita chi conta è Gesù Cristo. Bello, necessario sentirselo ripetere. Grazie, ricambiamo stretto il tuo abbraccio.

Perdonare, facile a dirsi. I bambini maltrattati, le donne violentate, i forzati della droga, i sequestrati saranno capaci di tendere una mano ai loro persecutori? Figli e mogli di vittime degli anni di piombo lo fecero, e la coscienza (o l’epidermide) di molti si risentì.
Il perdono non va di moda. Anzi. Anche quando qualcuno ce la fa, c’è sempre chi non è soddisfatto: incapaci di perdonare, non gradiamo che altri ci riescano.
Ma non sappiamo nemmeno chiedere perdono. Perché non riusciamo a essere umili. Oggi vanno forte i vincenti, quelli che hanno sempre ragione e “non devono chiedere, mai”. E noi ci accovacciamo sottomessi, nel nostro piccolo mondo, a questi modelli giornalistici, cinematografici e televisivi: senza rendercene conto, diventiamo anche contagiosi nei confronti Continua a leggere

Umiltà. # 2

Un giorno domandarono ad un anziano la definizione di umiltà, ed egli disse: “E’ perdonare al nostro fratello che ci ha offesi prima che lui stesso ci chieda perdono”.

Un fratello domandò ad uno degli anziani: “Che cos’è l’umiltà?” L’anziano rispose: “E’ fare il bene a quelli che ci fanno del male”. Il fratello continuò: “Se non fosse possibile arrivare a tanto, che si deve fare?” L’anziano rispose: “Sfuggire quelli che ci offendono, e tacere.”

Apoftegmi, Serie di detti anonimi.
“Alle fonti con i Padri” – Ed. Città Nuova

Antonietta Porro cittadina benemerita.

Cari amici del Bar, qualche giorno fa la nostra Antonietta Porro è stata fregiata della cittadinanza benemerita di Barlassina. Ho partecipato volentieri a quel momento che l’ha riguardata e ho raccolto il messaggio che vorrei mettere in comune con chi ci fa visita e apprezza Antonietta attraverso le sue riflessioni. E’ professore ordinario di Lingua e letteratura greca, insegna Grammatica greca e Filologia classica presso l’Università Cattolica di Milano. Ed è esperta in decine di altre cose che il rispetto per la sua riservatezza mi sconsiglia di rivelare. Ecco il ringraziamento letto dopo il conferimento della onorificenza. Ritengo sia utile per il suo contenuto in riferimento alla passione per il lavoro e l’educazione, la famiglia, il Signore e la Città. Davvero per tutto questo!

L’emozione mi impedisce di parlare a braccio. Vorrei tuttavia dire, insieme alla mia gratitudine, la mia sorpresa, quando mi è stato detto dell’intenzione dell’Amministrazione comunale di conferirmi questa importante onorificenza. La cittadinanza benemerita – lo dice la parola – va a chi abbia ben meritato nei confronti della comunità, e obiettivamente non vedo quali meriti io abbia nei confronti di questo mio paese.
Tra le parole, tanto semplici quanto belle (le cose più belle sono quelle più semplici, di solito), della motivazione leggo un riferimento alla mia professione. Ho la fortuna di fare un mestiere che mi piace e che mi gratifica, certo, e cerco di farlo per il meglio. Ma non credo di avere molti meriti in questo. Continua a leggere

Chi sono io perché Tu venga a me?

maria-e-gesu-bambinoAnche il post che segue è una perla, scelta dallo Scrigno della Memoria della nostra Antonietta Porro e in pubblicazione  sul Bollettino della Parrocchia di san Giulio in Barlassina. Grazie Antonietta per la tua testimonianza! Buon Natale anche a Te.

Da sempre amo le sorprese, a cominciare da quelle più più piccole, per rincorrere le quali la mattina di Pasqua scendevo in cucina appena sveglia, insieme a mio fratello, mentre i nostri genitori ancora dormivano, a guardare dentro l’uovo di cioccolato, aprendone sapientemente il fondo, così da poter recuperare gli oggettini di scarso valore (ma non agli occhi di un bambino!) che vi erano contenuti e ripristinare, alla fine, la confezione, lasciando l’uovo com’era al principio. Qualunque oggetto avessi trovato, mi piaceva, perché era nuovo, inatteso, non programmato, e in quanto tale era più bello.

L’altro giorno, poco dopo l’imbrunire, attraversavo la piazza; nella direzione opposta alla mia venivano, tenendosi per mano, una giovane mamma e la sua bambina Continua a leggere