Fatto per me

Da quanto

non parliamo

di Bellezza!?…

 

Berlicche

Questa sera, mentre viaggiavo in tangenziale, ho spento la radio, proprio come Gaber in quella sua bellissima canzone.
Brandelli sfolgoranti di arcobaleno foravano le nubi basse, nere come l’inferno e bianche come il paradiso. La pioggia aveva lavato il cielo e i monti innevati, gli alberi, i campi coperti di fiori primaverili sembravano splendere di una vita così intensa da far mancare il fiato. Ed io ho pensato: tutta questa bellezza, per me? Per me che sono qui che sfreccio a cento all’ora, puntolino nel cosmo, irrilevante creatura, un singolo istante nell’eternità dell’Universo.
Se non ci fossi io, questa bellezza sarebbe perduta perché nessuno la vedrebbe; ma che è poi, la bellezza? Un sentimento? Un flusso di sostanze dentro me, scintille tra i neuroni, ma a che scopo?
Cos’è che ci ha fatti sensibili a tutto ciò?

E mi è venuto in mente di pensare che la bellezza è la…

View original post 66 altre parole

Io vado avanti come un asino.

Saremo fino a Pentecoste nel tempo pasquale; non è quindi tardiva la proposta di questo nuovo articolo della nostra Antonietta Porro. E’ pubblicato anche nella rubrica Tu lo hai fatto come un segno sul periodico parrocchiale della Parrocchia di san Giulio in Barlassina.

Anche ciò che uno di noi scrive può essere per tutti un segno. Tanto di più quando l’autore è una persona autorevole nella Chiesa, come nel caso di cui sto per raccontare. Una persona della nostra comunità – alla quale esprimo la gratitudine mia e di tutti – mi ha fatto conoscere un testo scritto anni fa dal Card. Roger Etchegaray, oggi novantaseienne Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Il Card. Etchegaray, che quando era vescovo non aveva scelto uno stemma e un motto, ritenendoli una specie di ‘retaggio medievale’, aveva collocato però sulla porta della sua residenza una piccola insegna con una scritta, «J’avance comme un âne…» (Tiro avanti, come un asino…). Continua a leggere