Fatto per me

Da quanto

non parliamo

di Bellezza!?…

 

Berlicche

Questa sera, mentre viaggiavo in tangenziale, ho spento la radio, proprio come Gaber in quella sua bellissima canzone.
Brandelli sfolgoranti di arcobaleno foravano le nubi basse, nere come l’inferno e bianche come il paradiso. La pioggia aveva lavato il cielo e i monti innevati, gli alberi, i campi coperti di fiori primaverili sembravano splendere di una vita così intensa da far mancare il fiato. Ed io ho pensato: tutta questa bellezza, per me? Per me che sono qui che sfreccio a cento all’ora, puntolino nel cosmo, irrilevante creatura, un singolo istante nell’eternità dell’Universo.
Se non ci fossi io, questa bellezza sarebbe perduta perché nessuno la vedrebbe; ma che è poi, la bellezza? Un sentimento? Un flusso di sostanze dentro me, scintille tra i neuroni, ma a che scopo?
Cos’è che ci ha fatti sensibili a tutto ciò?

E mi è venuto in mente di pensare che la bellezza è la…

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Spirito Santo, Gaber e la matematica.

Proponiamo per l’imminente festa della Pentecoste questa originale meditazione di don Giacomo Rossi sullo Spirito Santo. (Gv 1,29-34) Ci accompagna a cercare la nostra salvezza almeno fuori da noi. In particolare, evidentemente, in Gesù Cristo. Fino a sperimentare “il Battesimo dello Spirito”.

“Vorrei sottolineare solo un aspetto di questo Vangelo che trovo ricorrente anche nella mia vita: Giovanni vede la propria salvezza indicando qualcuno da seguire. Non indica sé stesso, non indica un modello di vita né confida nella forza di volontà dei singoli che possano sistemare i propri errori. La salvezza è qualcuno che si incontra fuori da sé. Non ci si salva facendo bene, ma riconoscendo qualcuno che ci sta davanti, che è fuori da noi. Come il dito di Grunewald (dito di Giovanni Battista, appunto. “Egli deve crescere, io, invece, diminuire”. n.d.r.) nella pala di Colmar: punta non verso sé stessi, ma punta a un uomo che ti sta Continua a leggere

Barbera, champagne, trani a gogo: la Milano di Gaber

…fantastico! I bar descritti qui sembrano il nostro Betania’s. L’autrice, il nostro esperto… Grazie!

Pane & Focolare

La serata al bar con gli amici è un classico rito, presente a tutte le latitudini, con i suoi aspetti positivi e negativi. E’ certamente apprezzabile questo desiderio di compagnia, rispetto alla solitudine individualista di coloro che si sdraiano sul divano e cominciano a fare zapping con il telecomando in mano. C’è purtroppo l’altra faccia della medaglia: il rischio dell’alcoolismo è dietro l’angolo, grave piaga sociale che mina la felicità di molte famiglie e rovina la gioventù.

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Il Partito dei mughetti, il Partito delle stelle alpine.

Mi scuso in anticipo per questo pensiero libero, scombinato, ozioso. Praticamente un pensierino, di elementare memoria anni Sessanta…

Alla Scuola materna che hanno frequentato i miei figli, tra le altre, esistono ancora la classe dei mughetti e  quella delle stelle alpine. Anche i Partiti politici cambiano in continuazione abiti e “costumi”. E mi sembrano sempre più simili all’Asilo Mariuccia. Nel senso ironico del termine, intendo .

elezioni

L’ideologia, l’ideologia

malgrado tutto credo ancora che ci sia

è la passione, l’ossessione

della tua diversità

che al momento dove è andata non si sa.

…è il continuare ad affermare

un pensiero e il suo perché

con la scusa di un contrasto che non c’è

se c’è chissà dov’è, se c’è chissà dov’è.

da Destra-Sinistra (Gaber-Luporini)

Diceva Longanesi che lui non si appoggiava troppo ai princìpi, che dopo un po’ si piegano… ma questo, forse, è un altro discorso.

 

Giornalisti

gaberSfigurato con l’acido: X. Y. è incinta ma per i giudici resta in carcere.

E via raccontando, scavando, sviscerando, ricordando, rammentando, ripetendo, paventando, spaventando…

«Io se fossi Dio, maledirei davvero i giornalisti».

Così Giorgio Gaber cantava nel 1980 nella bellissima “Io se fossi Dio”.
E il perché Gaber lo spiegava bene:

«Compagni giornalisti avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete,

avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare.

Immagini geniali e interessanti di presidenti solidali e di mamme piangenti.

E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento.

Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti e si direbbe proprio compiaciuti.

Voi vi buttate sul disastro umano, col gusto della lacrima in primo piano».

 

Proponiamo di seguito una lucida analisi sull’argomento, tanto per pensarci un po’ su:

I giornalisti cannibali e il tema di L. che non interessa a nessuno.

Dicembre 13, 2014 – Annalisa Teggi

«E se non piangi, di che pianger suoli?» (Inferno, canto XXXIII)

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Lei: uguaglianza o differenza? Da Gaber a Vecchioni.

rockwell michelangelo“Secondo me,
la donna e l’uomo
sono destinati
a rimanere assolutamente differenti.
E, contrariamente a molti,
io credo
che sia necessario mantenerle,
se non addirittura esaltarle,
queste differenze.
Perché è proprio da questo scontro/incontro              (con clic ingrandisci immagine)
tra un uomo e una donna
che si muove l’universo intero.                         “Prendila te quella che fa il leasing,
All’universo non importa niente                       che si innamori di te la Capitana Nemo,
dei popoli e delle nazioni.                                   quella che va al breafing
L’universo sa soltanto che                                  perché lei è del ramo,
senza due corpi differenti                                   che viene via dal meeting
e due pensieri differenti                                      sola come un uomo,
non c’è futuro.”                                                     stronza come un uomo.”

Giorgio Gaber – Secondo me la donna –               Vecchioni – Voglio una donna – 1992

Pubblicato sul blog amico di

Costanza Miriano il 16/6/15.