Ma è assenza o Presenza?

In Dante l'”assenza” ha suscitato nientemeno che la Divina Commedia…

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Nessuno comincia ad amare una donna se prima non si è dilettato della sua bellezza. Né, tuttavia, avviene che appena gode del suo aspetto la ami. Segno di amore completo è il fatto che quando essa è assente la desidera, avverta la sua assenza come un grave peso e ne brama la presenza.

San Tommaso d’Aquino (in IX Eth. Lectio 5, 1024) 1225 – 1274

 

Amare una donna e arrivare a Dio…

Dante Alighieri 1265 -1321

“L’educazione è un problema da mo’.”

"L'attimo fuggente"
“L’attimo fuggente”

“Caro maestro,
lei dovrà insegnare al mio ragazzo
che non tutti gli uomini sono giusti,
non tutti dicono la verità;
ma la prego di dirgli pure
che per ogni malvagio c’è un eroe,
per ogni egoista c’è un leader generoso.

Gli insegni, per favore,
che per ogni nemico ci sarà anche un amico
e che vale molto più una moneta guadagnata  con il lavoro che una moneta trovata.
Gli insegni a perdere,
ma anche a saper godere della vittoria,
lo allontani dall’invidia e gli faccia riconoscere l’allegria profonda di un sorriso silenzioso.

Lo lasci meravigliare del contenuto dei suoi libri,
ma anche distrarsi con gli uccelli nel cielo,
i fiori nei campi, le colline e le valli. Continua a leggere

V Domenica dopo il Martirio di S.Giovanni Battista: omelia

xyzAxesIn questa domenica ci vengono presentate quelle che io chiamerei

le coordinate della Fede.

Sono due e hanno un comune denominatore: il verbo “amare”.

Su questo verbo noi dobbiamo sempre rimetterci in pista

e ritrovare il cammino di una fedeltà e l’orizzonte vero di una Speranza.

Dicevo due coordinate. La prima è Dio. E dice così:

Ascolta, o Israele. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore,

con tutta l’anima e con tutte le forze.

Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli.

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Parlarne tra amici è un sollievo.

Renzo“Raccontò anche lui all’amico le sue vicende, e n’ebbe in contraccambio cento storie, del passaggio dell’esercito, della peste, d’untori, di prodigi. «Son cose brutte» disse l’amico, accompagnando Renzo in una camera che il contagio aveva resa disabitata; «cose che non si sarebbe mai creduto di vedere; cose da levarvi l’allegria per tutta la vita; ma però, a parlarne tra amici, è un sollievo».”
A. MANZONI, I Promessi Sposi, cap. XXXIII, 1827

Non nobis Domine.

Schlacht_von_AzincourtBattaglia di Agincourt.

Dipartimento Passo di Calais, Francia. 25 ottobre 1415.
La vittoria dell’esercito di Enrico V su quello più potente di Carlo VI segna il periodo più fulgido della Storia d’Inghilterra.
Re Enrico, dopo aver vinto la battaglia, nella piena consapevolezza che gli esiti non gli sarebbero comunque appartenuti, esorta tutti a cantare il “Non nobis“.

 

“Non nobis, Domine, sed nomine Tuo da gloriam”

 

Certi che la maggior gloria di Dio sarebbe stata nella Pace tra gli uomini, valorizziamo almeno il principio che “Non al nostro, ma al nome Tuo da Gloria!”

Ecco la clip dal film “Enrico V” di e con Kenneth Branagh. 1989 – dall’opera omonima di W. Shakespeare:

 

La Grazia

Quasi un anno fa, ci si era trovati con un gruppo di amici a confrontarci sul tema della GRAZIA.

Ognuno aveva portato un contributo; e così tra una foto, una canzone, uno spezzone di un film, un salmo, un brano di un libro, ci si era raccontati cosa fosse per ciascuno di noi la grazia.

Ecco, se dovessi descrivere cosa per me, in questo periodo, è la grazia, ecco l’immagine che proporrei:

The Scream

«Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura». (Edvard Munch)

Se osservate, però,  in mezzo a tutte quelle linee curve, c’è qualcosa che rimane immutato e diritto: la strada.

Ecco, la Grazia, per me, oggi, 24 settembre 2015, è quella Strada, che, pur in mezzo all’angoscia e allo smarrimento, rimane immutata.

Basta sintonizzarsi su di essa e seguirla. E stai sicuro: non ti perderai!

Perché mi chiami maestro buono?

fidati“Indegni ma invitati alla Mensa!”

“La coraggiosa docilità degli agnelli.”

Qui la Storia di Mansuetudine di Stefano 

e Anna compie un percorso di Bellezza…

Piovono Miracoli 2.0

di Stefano Bataloni

Lo scorso venerdì sera Anna ha partecipato al Pellegrinaggio delle Sette Chiese nella notte qui a Roma. Vi aveva già partecipato a maggio restandone molto colpita e aveva concluso il suo cammino sperando di potervi partecipare nuovamente, questo settembre, per rendere grazie. Credo che alla fine sia stata costretta a cambiare le sue intenzioni di preghiera ma è stato per lei, ancora una volta, un momento davvero importante.

Naturalmente, la mattina dopo mi ha raccontato tutto con dovizie di particolari (se in genere le donne hanno una memoria migliore di noi uomini, devo dire che Anna è dotata di un registratore audio-video ad altissima fedeltà e senza limiti di capienza; questo si traduce in racconti che spesso non hanno il dono della sintesi, cosa ancor più evidente se l’esperienza raccontata è stata per lei particolarmente coinvolgente)

C’è stata una cosa in particolare che Anna mi ha riferito e che…

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Mansuetudine: docilità con la quale gli agnelli si lasciano passare sul dorso la mano del loro pastore.

mansuetudineRiceviamo dall’amico Giordano:

LA LOGICA DELLE BEATITUDINI SI RIVELA IN IMPRESE E PROVE
L’intelligenza delle mani miti
di Luigino Bruni – da Avvenire, 19/9/2015

Una “scheggia” di luce, abbacinante, sul significato di “beato”, “possesso”, “Terra Promessa”… e molto di più!

Le beatitudini non sono virtù, non sono un discorso etico sulle azioni umane. Sono invece il riconoscimento che nel mondo esistono già i poveri, i miti, i puri di cuore, chi piange, i perseguitati per giustizia, i misericordiosi. E li chiamano ‘felici’. Continua a leggere