Dio spiegato in romanesco.

IO E DIO

Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
Che m’è successa propio l’artra settimana

Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese
Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese

​Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante
Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante

​Ma me so sentito come se quarcuno,
Me dicesse: “dai  entra, nu’ c’è nessuno”

Un misto de voja e paura m’aveva preso
Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso

La chiesa era vota, nun c’era nessuno
La voce che ho sentito era la mia, no de quarcuno

C’erano quattro panche e un vecchio crocifisso de nostro Signore
“Guarda te se a chiamamme è stato er Creatore”

Me gonfiai er petto e da sbruffone gridai: “ So passato pè un saluto”
Quanno na voce me rispose: ”mo sei entrato, nu fa lo scemo mettete seduto!” Continua a leggere

Gruppo d’ascolto. Il Padre misericordioso.

Peanuts gruppo ascolto 2Terzo incontro del gruppo d’ascolto, terzo brano proposto da Luca. Ancora dal capitolo 15, il cosiddetto “cuore del terzo Vangelo”. Ecco “Il Padre misericordioso”. (Lc. 15, 11-32)

C’è di mezzo un’eredità. Pretesa e ottenuta anticipatamente. E “regolarmente” dissipata. E c’è da fare i conti con un fratello, il primogenito, uno “regolare”. Ma il Padre non fa i conti: è misericordioso. O prodigo, “inzigherebbe” uno dei Nostri… Così si mette male. Con un finale aperto tutto da meditare.

11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla.17Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati». 20Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa.
25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso».31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato»».

COME POSSIAMO AIUTARCI?

  • La parabola mostra un duplice pericolo: quello di perderci fuori casa ma pure in casa. Ci rispecchiamo nel figlio maggiore o nel figlio minore?
  • I due figli rivelano che è possibile vivere la relazione col padre, cioè con Dio, solo in termini “economici”, di scambio (io ti do e tu mi dai). Percepiamo questo pericolo nella nostra relazione con Dio?
  • Abbiamo sperimentato l’immensa misericordia di Dio che ci ha toccati, abbracciati, accolti?

La proposta di un metodo: scommettere su una Verità più grande.

rossi

E un quesito.

Dopo il per-dono proposto da Roberto, dopo san Tommaso valorizzato da Gabriele  rilancio sul giovane Figlio prodigo. Uno scavezzacollo, nella Riscrittura del nostro don Giacomo Rossi, che ci fa riflettere sul «ri-flettere»: ritornare su. E che potrebbe indurre il fratello maggiore a scommettere il suo avere ragione contro una posta molto grande: la Verità di un ritorno!

Luca 15, 12-32

«Un uomo aveva due figli. 12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. 13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. 14Quando ebbe speso tutto,  Continua a leggere